“Il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere trasformato e messo al servizio dell'uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita.” E. Berlinguer

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Foto 2008

lunedì 11 luglio 2011

Il Capogruppo di maggioranza analizza l'esito del voto e parla dei programmi imminenti


Parbono: «I risultati dei referendum vanno nella direzione asupicata da
tempo dal nostro Gruppo»

I risultati dell’ultima consultazione referendaria, in particolare quelli riferiti ai quesiti che vertevano sulla gestione della rete dell’acqua e sul nucleare, vanno nella direzione auspicata da tempo dal gruppo consiliare di maggioranza “Centro sinistra per Città della Pieve”.

Nel comune pievese, come nel resto del territorio italiano, è stata raggiunta una percentuale importante di elettori andati alle urne e che si sono espressi per il “sì”.

Consigliere Parbono, come viene letto questo risultato per il territorio di Città della Pieve?

«La consultazione referendaria è andata molto bene in tutta la regione, in particolare modo anche nel nostro comune, su tutti e quattro i quesiti proposti. Abbiamo avuto una media di aventi diritto di quasi seimila cittadini, con un trend di 4mila votanti, e raggiunto la quota di circa il 68%. E’ stato un buon risultato. Per noi, anche dal punto di vista dell’agenda politica, è stato un passo in avanti. I questi hanno avuto sì l’appoggio politico, ma sono stati promossi da comitati referendari composti da cittadini di varie estrazioni politiche e questo rappresenta un segnale importante e dimostra, almeno per il quesito sull’acqua, che i cittadini chiedono che un bene essenziale e primario come questo venga mantenuto pubblico e che non siano i privati a determinarne le tariffe».

Città della Pieve è molto attiva sul fronte delle energie rinnovabili. Che peso ha nelle politiche portate avanti dal suo gruppo la risposta dei cittadini sul nucleare?

«Come Amministrazione abbiamo puntato fin dall’inizio, come da programma elettorale, sulle fonti di energia rinnovabili, un tema sul quale abbiamo presentato ed approvato anche un ordine del giorno e proprio nell’ultima seduta del Consiglio Comunale abbiano adottato il Piano per l’Energia Sostenibile per Città della Pieve. Per la maggioranza, efficienza energetica e fonti rinnovabili rappresentano un passo in avanti verso quella green economy che tanto viene sbandierata a livello italiano ed europeo, ma che ora necessita di una reale applicazione. Il nucleare ha rappresentato una grande innovazione negli anni Ottanta, ma oggi siamo nel 2011, la tecnologia, la scienza, la società, il mondo cambiano, progrediscono in maniera esponenziale e noi dobbiamo andare avanti. Oggi dobbiamo assolutamente risparmiare energia e pensare a fonti rinnovabili come il geotermico, il solare, l’eolico...

In Umbria, e nel nostro comprensorio, occorre iniziare a ragionare sul ciclo dei rifiuti come fonte di energia, incentivando la raccolta differenziata e pensando anche ai termovalorizzatori per la frazione di rifiuti non riciclabile affinché ciò che produciamo possa essere riutilizzato per un bene comune. Tutto questo è necessario se pensiamo che le nostre discariche non avranno una vita lunga. Ritengo che questo tema debba essere inserito sul tavolo della progettualità. E’ un punto già contenuto nel piano regionale dei rifiuti, ma occorre svilupparlo sia a livello regionale che di enti locali minori.

Perciò, personalmente, mi ritengo soddisfatto dai risultati sui quesiti referendari che sono stati messi in campo, la gente ha risposto secondo coscienza e credo che sia un grande passo in avanti verso la democrazia. Ma è un passo in avanti anche per la politica, per una nuova fase della politica che serve a questo Paese».

Quali sono i progetti più imminenti sui quali state lavorando come Gruppo?

«La grande sfida è rappresentata dal Piano regolatore generale. L’abbiamo già messa in campo, dobbiamo solo portarla a conclusione. Anche in questo caso la cosa che più ci sta a cuore è approvare un nuovo strumento di pianificazione calibrato sulle esigenze della nostra città rinunciando ad una cementificazione selvaggia, pensando, piuttosto, alla sviluppo delle nostre peculiarità territoriali. Cerchiamo di mantenere quel fascino della vita di campagna, della tranquillità, della sobrietà che ci contraddistingue e che da sempre rappresentano le caratteristiche per cui i territori come il nostro vengono scelti da tante persone. Sono pregi che vanno mantenuti attraverso una politica che coinvolga amministrazione, attività turistico ricettive e tutto il circuito di sviluppo che vive nei nostri luoghi. Tra i punti contenuti nel piano regolatore c’è uno studio approfondito sui casolari tipici, un limitato consumo del suolo a vantaggio di un maggiore rispetto del nostro territorio».

Recentemente, all’interno della Direzione comunale del Pd di Città della Pieve è stato eletto all’unanimità il nuovo coordinatore nella persona di Francesca Anemona. Un commento a questo?

«Sono pienamente soddisfatto della nomina di una persona giovane e che reputo all’altezza di questo compito, che può e deve dimostrare tanto. La sua nomina è il segno che le giovani generazioni sono sempre attente al mondo e alle questioni politiche. Dimostra che se uno vuole può può fare attività politica impegnandosi fin da giovane con passione, onestà ed impegno civico senza nessun timore reverenziale. La politica, del resto, non è qualcosa di astratto riservato soltanto a pochi “notabili”, ma piuttosto è una cosa seria a cui tutti possono e devono partecipare dando il proprio contributo. Ritengo che la scelta di Anemona per Città della Pieve rappresenti il sintomo di un Partito Democratico in buona salute che sta cercando di rinnovarsi guardando al futuro, oltre che al presente, anche con gli occhi dei giovani.

sabato 7 maggio 2011

Intervista al Capogruppo di “Centro sinistra per Città della Pieve” di Aprile 2011


Raffaele Parbono: «per superare la crisi occorrono nuovi strumenti e il contributo di tutti»

A circa due anni dall’inizio della legislatura, molti degli obiettivi enunciati nel programma elettorale del Gruppo consiliare “Centro sinistra per Città della Pieve” sono stati portati a compimento, o si stanno concretizzando, nonostante i minori fondi a disposizione delle Amministrazioni comunali a causa del tagli attuati dal Governo nazionale.

Raffaele Parbono, Capogruppo di maggioranza, evidenzia l’impegno del Comune di Città della Pieve nel dare seguito agli obiettivi e ai punti fermi prefissati all’inizio della legislatura che – assicura – non verranno modificati o compromessi dalle minori risorse a disposizione, ma solo reindirizzati per ottimizzare i fondi necessari alla loro realizzazione.

«Non possiamo – afferma - non sottolineare le difficoltà del momento, di grave crisi economica generale, che si ripercuotono inevitabilmente anche sui Comuni, erogatori diretti dei servizi.

Nonostante i minori trasferimenti dallo Stato per il Comune di Città della Pieve, che ammontano a svariate centinaia di migliaia di euro rispetto al 2010, è nostra ferma intenzione non abbassare la qualità e la quantità dei servizi offerti ai cittadini e di non gravare sulle famiglie e sulle sensibilità del nostro territorio.

Per questo, nella stesura del Bilancio di previsione 2011, abbiamo cercato di praticare dei tagli ponderati laddove era possibile. Abbiamo messo in campo una serie di operazioni per economizzare e risparmiare... ma senza andare a toccare certi settori che reputiamo fondamentali, come il sociale dove, attraverso l’apposito Piano, erogheremo i servizi in forma controllata, con una regolamentazione delle prestazioni per le fasce a reddito più basso. Per queste categorie di persone più “deboli” abbiamo inoltre previsto una riduzione della Tarsu.

Metteremo in atto quindi una serie di strumenti che avevamo fissato in sede di programma elettorale, tra cui i controlli reddituali, in accordo con la Guardia di Finanza, per il recupero delle evasioni.

Per avere maggiori entrate siamo andati a ritoccare, di poco, i costi di alcuni servizi che erano fermi da anni: come lo scuolabus, l’asilo nido, ecc. Valuteremo con attenzione anche i contributi per il mondo associativo, che verranno elargiti in base alle progettualità e alle finalità delle singole realtà presenti nel territorio.

Occorre che i cittadini prendano coscienza che per superare questa fase occorre il contributo di tutti. Solo una forte sinergia tra le varie forze presenti nel territorio potrà non arrestare la crescita e favorire la creazione di un benessere redistribuito, inteso non solo in forma assistenziale. Servono quindi altri strumenti e l’aiuto di tutti per completare la scena. Da parte nostra, porteremo a termine il programma elettorale che ci eravamo dati nei tempi e nei modi stabiliti».

Tra i vari punti del programma elettorale del suo Gruppo, c’è quello riguardante l’approvazione del nuovo Prg. Cosa è stato fatto?

«In linea con i tempi che ci eravamo prefissati nel programma, abbiamo adottato la parte strutturale del Piano regolatore generale. Attraverso questo nuovo strumento di pianificazione abbiamo cercato di valorizzare la risorsa più preziosa che abbiamo nel nostro territorio comunale: l’Ambiente ed il Paesaggio. Ovviamente si delineano anche nuove possibilità di sviluppo che tuttavia sono state pianificate cercando di soddisfare le nuove richieste abitative, di recuperare il costruito esistente evitando speculazioni edilizie e valorizzando il centro storico».

Ci spiace che oggi le minoranza non abbia accolto positivamente la nostra impostazione ed il nostro lavoro. Ci spiace anche perché, non più di un anno fa, il capogruppo di minoranza accusava la maggioranza sul nuovo PRG proprio dalle pagine di questo giornale:”…La maggioranza orientata a vedere la Città ed il territorio come un insieme di elementi da comporre in un quadro meramente tecnico e spesso troppo aperto alle speculazioni, noi improntati alla visione di una Città fatta per i residenti e non per i proprietari di seconde case….” (cfr Il Comune n.1 2010).

Oggi dovrebbero spiegarci meglio la loro idea di Città. Per quanto ci riguarda, oltre ad avere le idee chiare, stiamo facendo di tutto per parteciparle ai nostri cittadini e siamo ben pronti ad ascoltare indicazioni e suggerimenti che siano coerenti con la nostra impostazione strutturale.

Un altro tema da lei più volte ribadito riguarda l’incentivazione della green economy.

«Ci stiamo impegnando da tempo, come evidenziato in diverse occasioni, in una politica energetica attenta, promuovendo anche l’utilizzo di nuove fonti rinnovabili. In questo ambito abbiamo, ad esempio, presentato un ordine del giorno che dice “no” al nucleare e ai tagli fatti dal Governo agli incentivi per la green economy.

Nel prossimo Consiglio Comunale presenteremo il Piano di Azione locale per l’Energia Sostenibile (SEAP), in linea con il Patto dei Sindaci e con le indicazioni della Comunità Europea. Anticipo soltanto che lo abbiamo chiamato “Città delle Pieve X il 2020”, a dimostrazione della volontà di questa Amministrazione di affiancare alle azioni quotidiane che facciamo per il territorio progettualità virtuose di medio e lungo periodo per una politica che sia più lungimirante possibile.

Sempre in tema di valorizzazione del territorio, un altro aspetto a noi caro riguarda la battaglia che stiamo portando avanti affinché venga modificata la normativa regionale e andare così incontro alle tante richieste che pervengono al Comune di costruzione e recupero di annessi agricoli che caratterizzano le nostre campagne, testimonianza delle tradizioni locali, di un’identità rurale e contadina. In accordo con gli altri Comuni del Trasimeno e dell’Orvietano, abbiamo presentato nel novembre scorso un ordine del giorno con il quale chiediamo alla Giunta regionale di modificare la legge o introdurre appositi regolamenti per incontrare il favore delle istanze che provengono dal territorio e armonizzare la legislazione vigente con quello delle Regioni contermini, oppure convocare un tavolo di discussione tra gli organi di governo della Regione Umbria e l'associazione dei Comuni dell'Umbria in grado di elaborare una soluzione all'annoso problema.

In questa fase interlocutoria siamo stati convocati ad una tavola rotonda dall’Assessore Regionale Rometti, che ha dato la sua disponibilità da andare verso la positiva soluzione del problema della piccola scala. Presto ci sottoporrà una proposta di modifica della normativa che ad oggi blocca la possibilità di realizzare piccoli annessi agricoli temporanei o ricoveri per animali in terreno agricolo».

ORDINE DEL GIORNO presentato dal Centro Sinistra di Città della Pieve il 21-04-2011


"ACQUA BENE PUBBLICO"

PREMESSO CHE

a) L’acqua rappresenta fonte di vita insostituibile per gli ecosistemi, dalla cui disponibilità dipende il futuro degli esseri viventi.

b) L’acqua costituisce, pertanto, un bene comune dell’umanità, il bene comune universale, un bene comune pubblico, quindi indisponibile, che appartiene a tutti.

c) Il diritto all’acqua è un diritto inalienabile: l’acqua non può essere proprietà di nessuno, bensì bene condiviso equamente da tutti, l’accesso all’acqua deve essere garantito a tutti come un servizio pubblico.

d) L’accesso all’acqua già alla luce del nuovo quadro legislativo, e sempre più in prospettiva, se non affrontato democraticamente, secondo principi di equità, giustizia e rispetto per l’ambiente, rappresenta:

- Una causa scatenante di tensione e conflitti all’interno della comunità internazionale;

- Una vera emergenza democratica e un terreno obbligato per autentici percorsi di pace sia a livello territoriale sia a livello nazionale e internazionale.

SOTTOLINEATO CHE

su questa base chiediamo di condividere e aderire alla proposta di legge d’iniziativa popolare “ Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico” , e quindi di ritenere necessario che il Parlamento proceda celermente alla sua discussione e approvazione.

CHIEDIAMO AL CONSIGLIO COMUNALE DI CITTA’ DELLA PIEVE DI IMPEGNARSI A :

1) Riconoscere anche nel proprio Statuto Comunale il diritto umano all’acqua, ossia l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico;

2) Promuovere nel proprio territorio una cultura di salvaguardia della risorsa idrica e di iniziativa per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato attraverso le seguenti azioni:

a) Informazione della cittadinanza sui vari aspetti che riguardano l’acqua sul nostro territorio sia ambientali che gestionali;

b) Contrasto al crescente uso delle acque e promuovere l’uso dell’acqua dell’acquedotto per usi idropotabili a cominciare dagli uffici, dalle strutture e dalle mense scolastiche;

c) Promozione di una campagna di informazione/sensibilizzazione sul Risparmio Idrico, con incentivazione dell’uso dei riduttori di flusso, nonché studi per l’introduzione dell’impianto duale;

d) Promozione di tutte le iniziative finalizzate alla ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato nel territorio di propria pertinenza.

3) Aderire e sostenere le iniziative del Coordianamento Nazionale “Enti Locali per l’Acqua Bene Comune e per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato” costituitosi nell’ambito della Campagna Acqua Bene Comune che il Forum Italiano dei movimenti per l’Acqua sta portando avanti;

4) Sottoporre alla’Assemblea dell’Ambito Territoriale Ottimale l’approvazione delle proposte e degli impegni sopra richiamati.

ORDINE DEL GIORNO presentato dal Centro Sinistra di Città della Pieve il 21-04-2011“SALVIAMO LE RINNOVABILI”


SALVIAMO LE RINNOVABILI”

Premesso che:

in data 7/3/2011 è stato firmato il decreto legislativo in attuazione della direttiva 2009/28/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio Europeo sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE;

che lo stesso decreto fissa una scadenza per gli incentivi alla realizzazione e connessione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonte Fotovoltaica al 31.05.2011, che annulla rispetto al vigente Conto Energia del Luglio 2010 le scadenza programmate per il 31.08.2011 e 31.12.2011 sulle quali i Soggetti investitori (Pubblici e Privati) hanno già avviato i Piani Economico Finanziari per l’attivazione dei cantieri di costruzione e la conseguente attivazione degli ordini;

Considerato che:

tale data, artificiosamente imposta, con il pretesto di rimodulare gli incentivi previsti per le Fonti rinnovabili in generale e per il settore Fotovoltaico in particolare, lungi dal conferire efficacia al riordino del Settore, ha come immediata conseguenza lo stop a tutti i finanziamenti in essere ed il blocco totale di ingenti iniziative economiche venendo a mancare un quadro di riferimento certo per gli operatori;

in questo modo il danno che deriverà al Settore, dall'applicazione del testo di questo decreto senza alcuna modifica, è pesantissimo, sia per il comparto produttivo-industriale-occupazionale che si è sviluppato negli ultimi cinque anni (siamo a circa 150.000 addetti), sia per il sistema Italia in generale accrescendo la dipendenza energetica da un'impostazione centralistica guidata da realizzazioni di grosse centrali (fossili o nucleari) e quindi andando sostanzialmente nella direzione opposta rispetto alla Green Economy;

anche in Umbria di fronte alla notevole quantità di richieste in corso per l’autorizzazione di impianti fotovoltaici è naturale pensare che l’impatto del decreto governativo su questo settore in rapida crescita possa essere grave e distruttivo per molti progetti d’impresa;

il decreto attuativo delle direttive comunitarie in materia di “Promozione dell’uso delle energie da fonti rinnovabili” invece di assolvere alla funzione di stimolo e promozione del settore sta di fatto decretando un drastico arresto della sua dinamica evolutiva e del suo impatto sul sistema energetico e sull’economia del Paese;

si tratta di un forte atto politico da parte dell'attuale maggioranza, furbescamente camuffato sotto un decreto tecnico, ma che in sostanza tende a rilanciare il nucleare, a bloccare le iniziative di autonomia energetico-ambientale a livello locale (regioni e province e comunità montane e comuni), favorisce il prosieguo di un mercato di approvvigionamento e distribuzione dell’energia imperniato esclusivamente sulle fonti fossili e colloca le residue speranze per lo sviluppo delle rinnovabili totalmente nelle mani di pochi gestori;

Considerato infine che nelle sue parti principali il decreto presenta seri motivi di dubbio di Costituzionalità e che questi da più parti sono già stati sollevati al Presidente della Repubblica.

INVITIAMO

IL SINDACO E LA GIUNTA A:

- attivare una rapida indagine per conoscere la situazione delle autorizzazioni in corso in materia di nuovi impianti destinati alle energie rinnovabili e quali ripercussioni può avere l’approvazione del decreto sopra citato nel nostro territorio;

- sviluppare una forte iniziativa insieme con le altre Istituzioni Regionali e ai parlamentari umbri al fine di ottenere un immediato ritiro del decreto sopra citato da parte del Governo e nello stesso momento ad aprire una intensa fase di promozione e di sostegno alla produzione di energie da fonti rinnovabili sottolineando che si tratta di una autentica rivoluzione per la produzione energetica, pulita e a basso costo per le nostre comunità.

domenica 1 maggio 2011

L'intervento del Capogruppo Parbono al 1° Maggio di Moiano


Care lavoratrici, cari lavoratori, cittadini,

vi porto oggi nella giornata del 1° Maggio il saluto dell’amministrazione Comunale di Città della Pieve e del nostro Sindaco Riccardo Manganello, che sta aprendo il comizio in P.zza Matteotti a Citta della Pieve.

Il 1° Maggio nasce come momento di lotta internazionale di tutti i lavoratori, senza barriere geografiche, né tanto meno sociali, per affermare i propri diritti, per raggiungere obiettivi, per migliorare la propria condizione.
"Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire" fu la parola d'ordine, coniata in Australia nel 1855, e condivisa da gran parte del movimento sindacale organizzato del primo Novecento. Si aprì così la strada a rivendicazioni generali e alla ricerca di un giorno, il primo Maggio, appunto, in cui tutti i lavoratori potessero incontrarsi per esercitare una forma di lotta e per affermare la propria autonomia e indipendenza.
La storia del primo Maggio rappresenta, oggi, il segno delle trasformazioni che hanno caratterizzato i flussi politici e sociali all'interno del movimento operaio dalla fine del secolo scorso in poi.

Ma il 1° Maggio è segnato anche da una pagina sanguinosa scritta nel 1947 a Portella della Ginestra, dove circa duemila persone del movimento contadino si erano date appuntamento per festeggiare la fine della dittatura e il ripristino delle libertà, mentre cadevano i secolari privilegi di pochi, dopo anni di sottomissione a un potere feudale. La banda Giuliano fece fuoco tra la folla, provocando undici morti e oltre cinquanta feriti. La Cgil proclamò lo sciopero generale e puntò il dito contro "la volontà dei latifondisti siciliani di soffocare nel sangue le organizzazioni dei lavoratori".

Le profonde trasformazioni sociali, il mutamento delle abitudini, la progressiva omogeneizzazione hanno profondamente cambiato il significato di una ricorrenza che aveva sempre esaltato la distinzione della classe operaia. Il modo di celebrare il 1 maggio è quindi cambiato nel corso degli anni.
Da diversi anni Cgil, Cisl, Uil hanno scelto di celebrare la giornata del 1 Maggio promuovendo una manifestazione nazionale dedicata ad uno specifico tema.

Il tema di questo anno è Il lavoro per unire il Paese.

La manifestazione nazionale per il primo maggio di CGIL, CISL e UIL si svolgerà quest’anno a Marsala.

Nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia le tre organizzazioni sindacali hanno deciso di festeggiare la festa dei lavoratori nella cittadina siciliana, in provincia di Trapani, teatro l’11 maggio del 1861 dello sbarco dei mille.

Il Primo Maggio quest'anno ha un valore particolare. Il diritto al Lavoro, sancito dalla nostra Costituzione, è messo in discussione da una crisi economica e sociale senza precedenti.

Nelle fabbriche, nelle piccole aziende artigiane e commerciali, nel terziario in tanti oggi temono di perdere la sicurezza del posto di lavoro.

i dati dell'Istat sulla disoccupazione giovanile confermano purtroppo il rischio che un'intera generazione venga tagliata fuori dal mercato del lavoro. Il Governo italiano si è occupato di altro, non c'è stato uno straccio di scelta per aiutare i nostri ragazzi e le nostre ragazze ad affrontare il mondo del lavoro. Dai tagli alla scuola, alla formazione, all'università fino all'assenza di una riforma degli ammortizzatori sociali in grado di tutelare il lavoro flessibile; dalla mancanza di una politica per la crescita delle nostre imprese all'indifferenza verso le nuove e drammatiche forme di diseguaglianza: le liti e le divisioni all'interno della maggioranza e le vicende giudiziarie del Premier sono state e sono le uniche vere preoccupazioni di questo Governo. Dal Centro Sinistra sono venute importanti proposte per combattere la precarietà e creare sviluppo. Ma ormai è chiaro che il fallimento di questo Governo è totale e che solo un cambiamento profondo può ridare speranza alle famiglie e ai giovani italiani".

Per noi il Primo Maggio è dunque l'occasione per essere vicini alle donne che faticano ad entrare e restare nel mercato del lavoro, ai lavoratori precari che di fronte alla crisi sono senza protezione sociale, ai giovani che, specie al Sud, non hanno opportunità, ai tanti che - lavoratori dipendenti o autonomi - con il loro saper fare e la loro operosità hanno fatto crescere questo Paese.

Difendere il lavoro e la sua dignità, significa anche battersi contro il tentativo del Governo di stravolgere le norme sulla sicurezza, che comporterebbero l'impunità per chi mette a rischio la vita e la salute dei lavoratori.

Molto di più bisogna fare per la sicurezza e lo sviluppo sui posti di lavoro e molto di più si può fare.

E credo che da questa giornata si debba ripartire verso una giusta direzione, dalle imprese, dagli operai, dalle forze Sindacali e Politiche e dalle Istituzioni, perché il lavoro è un diritto è un dovere ma la vita dei lavoratori è molto più importante.

Buon Primo Maggio, dunque, a tutti e a tutte, nel segno della giustizia sociale e della solidarietà!

lunedì 25 aprile 2011

Il 25 Aprile 2011-66° Festa della Liberazione


Il 25 aprile si celebra l’anniversario della liberazione d’Italia dalla occupazione dall’esercito tedesco e dal governo fascista avuta luogo nel 1945. E' quindi doveroso dedicare una pagina a questa ricorrenza perché ha segnato una svolta importante per il nostro paese.

Dopo la liberazione d’Italia dai nazifascisti i i gruppi politici della Resistenza hanno ricostruito il nuovo stato italiano. Un nuovo stato basato sulla democrazia e sul rispetto delle libertà. Questa era l’idea in origine dello Stato italiano.

Ogni anno in svariate città italiane vengono organizzati cortei e manifestazioni per festeggiare e ricordare la festa della liberazione. Torino e Milano furono liberate il 25 aprile del 1945: questa data è stata assunta quale giornata simbolica della liberazione dell'Italia intera dal regime fascista e, denominata appunto Festa della Liberazione che viene commemorata ogni anno in tutte le città d'Italia.
Le truppe alleate giunsero nelle principali città liberate poi nei giorni seguenti. La liberazione di alcune città, inclusi svariati centri industriali di importanza davvero strategica, prima dell'arrivo degli alleati permise l'avanzata di questi in maniera più rapida e molto meno onerosa in termini di vite e rifornimenti. In vari casi avvennero drammatici combattimenti in strada; i sopravvissuti dell'esercito tedesco e gli irriducibili fascisti della Repubblica Sociale Italiana sparavano nascosti in vari edifici o appostati su tetti o campanili contro partigiani e civili. Tra le due fazioni avvennero vere e proprie battaglie (come a Firenze nel settembre 1944), ma di solito la loro resistenza si ridusse a una disorganizzata guerriglia, per esempio a Piacenza e a Parma.

La notte del 26 aprile 1945 Benito Mussolini, insieme ai suoi gerarchi risiede a Grandola ed Uniti all'interno dell' hotel Miravalle nella frazione di Cardano.

Il 27 aprile del 1945 Mussolini, indossando l'uniforme di un soldato tedesco, venne catturato a Dongo, in prossimità del confine Svizzero, mentre tentava l'espatrio insieme all'amante Claretta Petacci. Riconosciuto dai partigiani, venne imprigionato e giustiziato il 28 aprile a Giulino di Mezzegra e successivamente il suo cadavere esposto a testa in giù, accanto a quelli della Petacci e di altri gerarchi, in piazzale Loreto a Milano.
Il 25 aprile è la Festa della Liberazione: ricordiamoci che uomini e donne di tutte le età sono morti allora, per garantirci i diritti democratici dei quali oggi godiamo. Grazie a loro.

martedì 15 febbraio 2011

Comunicato Stampa del 11-02-2011


IL CAPOGRUPPO DI MAGGIORANZA PARBONO RISPONDE ALLA MINORAZZA SULLA NOMINA DELL'ASSESSORE.

Ritengo opportuno rispondere alle polemiche che il capogruppo di minoranza Lorenzo Berna solleva sulla nomina dell’Assessore alle Politiche Sociali Chiara Lucacchioni.

La nomina dell’Assessore è avvenuta dopo oltre un anno dall’insediamento della Giunta comunale di Città della Pieve, non certo per una rottura dentro l’attuale maggioranza, come la minoranza avrebbe auspicato, ma grazie ad un approfondito dibattito politico dentro l’intera coalizione del Centro – Sinistra Pievese, dove non è mai venuta meno la fiducia e la volontà di attuare insieme il programma elettorale presentato alle elezioni amministrative del 2009.

Ho molti dubbi sul fatto che la Giunta Pievese sia vecchia e che il nostro sia un Centro-Sinistra ammuffito. Il rinnovamento è sotto gli occhi di tutti, sia dalla presentazione delle liste che nella costruzione dell’esecutivo, risultando sia il gruppo che la giunta rinnovata non soltanto anagraficamente ma anche dal punto di vista politico-amministrativo.

Forse i riferimenti del consigliere Berna si riferiscono al proprio gruppo di minoranza: alcuni consiglieri siedono su quei banchi ormai da varie legislature, senza la capacità di elaborare proposte e prospettive programmatiche in grado di capire i tempi che cambiano.

Non ci piace fare polemiche sterili e inutili. Siamo piuttosto proiettati a ragionamenti di costruzione e crescita, cosa che non avviene nel nostro Paese, anche grazie al Governo nazionale, che è un Governo del nulla, che sa porre sul tavolo solo i problemi personali del Presidente del Consiglio e di lor signori, senza porsi il problema di crescita e di sviluppo per uscire dalla crisi che ha investito l’Italia.

Mi permetto di augurare come ho già fatto in Consiglio Comunale un buon lavoro all’Assessore Chiara Lucacchioni.

IL CAPOGRUPPO

(Raffaele Parbono)


venerdì 21 gennaio 2011

90° ANNI DALLA NASCITA DEL GRANDE P.C.I.



Oggi ricorrono 90° anni dalla nascita del piu grande Partito Comunista d'occidente il P.C.I., e purtroppo la politica italiana e in particolr modo il centro sinistra risentono della mancaza di una forza organizzata e determinata come il Partito Comunista Italiano. Pier Paolo Pasolini definendo il Pci “un paese nel paese”, ha, colto l’aspetto più significativo della vita del Partito comunista più grande ed importante dell’Europa occidentale. Il Partito comunista italiano è sempre stato una presenza costante e determinante nella storia di Italia del XX secolo. Dal momento della sua nascita e fino alla sua scomparsa infatti il Pci è stato un Partito che, nel bene o nel male, ha lasciato il segno in tutti i maggiori avvenimenti della storia italiana. Durante il Fascismo è stato l’unico partito ad essere presente clandestinamente in Italia e a cercare di opporsi, seppure con mezzi molto limitati, ad un Regime che altrimenti, dentro i confini nazionali, sarebbe stato incontrastato. Inoltre non può essere messo in discussione da nessuno il ruolo egemone del Pci sulle altre forze antifasciste durante la Resistenza. Ed infine, per oltre quaranta anni il Pci e la Dc sono stati i protagonisti principali di quella democrazia italiana che, sebbene con ruoli diversi, hanno contribuito entrambi a fondare e a far crescere. Il Pci è stato inoltre un riferimento importante, ed in alcuni casi insostituibile, nelle storie individuali di milioni di donne e di uomini del nostro Paese. Una immensa comunità, un paese Partito che si estendeva in tutto il paese Italia e in cui “l’essere compagni” ed avere in tasca la tessera del Pci costituiva un inalienabile diritto di cittadinanza. In qualsiasi località italiana si trovasse, anche la più sperduta, un compagno del Pci poteva recarsi in una sezione del Partito per chiedere aiuto o semplicemente per intrattenersi. E’ una storia questa che potrebbero raccontare tanti meridionali emigrati al nord ai quali molte volte era il Pci a fornire la prima accoglienza e, ed è questa sicuramente la cosa più importante, ad agire per farli sentire “meno soli”. E quante altre storie avrebbero potuto raccontare i braccianti agricoli ai quali il Partito ha insegnato “a non togliersi il cappello davanti al padrone di lavoro” e a chiedere, con dignità, il rispetto dei propri diritti, facendoli così diventare “cittadini”. Quando questa storia è finita in molti si sono sentiti orfani e tantissime persone, famiglie e amicizie non sono state più le stesse. Credo che oggi sia doveroso ricordare quel partito e quei momenti, per farne tesoro e storia per il futuro, sensa dimenticarcene, perchè come diceva un vecchio compagno dirigente, "il futuro ha radici antiche e la storia non si fà con le forbici".

domenica 9 gennaio 2011

Affermazioni assurde senza alcuna logica


Voglio semplicemente fare una breve riflissione, dopo aver letto su alcuni quotidiani le dichiarazioni del consigliere comunale del Pdl di Roma Ugo Cassone, sulla giornata del 25 Aprile, e la sua volonta di proporre la cancellazione di questa giornata dal calendario come festa.
Una proposta assurda e a dir poco fuori da ogni logica, e veramente inrispettosa per chi ha combattuto per la democrazia.
Questa stà a dimostrare veramente che il disegno di questo centro destra non solo al governo ma anche nelle istituzioni, è quello dell'anti democrazia e di riportare l'Italia in un sistema di potere personalistico ed autoreferenziale.
Mi vergogno per loro in questi giorni, delle dichiarazioni che si sentono e si legono, su l'inizio dei festeggiamenti dei 150° Anni dell'Unità d'Italia, dichiarzioni fatte da esponenti del governo, in particolare dai leghisti, che fanno i loro affari al governo e sputano sul tricolore e l'Unità d'Italia.
E' una vergogna ignobile sentire oggi tali affermazioni in un momento dificile come questo, e in un periodo storico come il nostro.
R.Parbono.