“Il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere trasformato e messo al servizio dell'uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita.” E. Berlinguer

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Foto 2008

venerdì 17 dicembre 2010

Intervista di Dicembre sul Periodico "IL COMUNE"



Il capogruppo Parbono, spiega quali saranno le ripercussioni dei tagli governativi

"Meno trasferimenti e sempre più tagli agli enti locali"

Un anno il 2010 caratterizzato da ingenti tagli governativi che hanno riguardato le Pubbliche Amministrazioni, a parlare della situazione che si trova da affrontare il Comune di Città della Pieve è il consigliere di maggioranza Raffaele Parbono.
Consigliere, come si comporterà la maggioranza di Città della Pieve dopo i tagli fatti dal Governo nazionale?
«Certamente la manovra effettuata dal governo, ha colpito pesantemente gli enti locali, cioè (Regioni, Province e Comuni), meno trasferimenti e sempre più tagli.

Ci troviamo ad affrontare un momento particolare per il nostro paese, la crisi economica sta toccando anche i nostri territori, aziende con cassaintegrati, e molte pure sono arrivate ai licenziamenti. Noi come Comune certamente non ci troviamo in un momento roseo, e come noi tutti gli altri enti, che erogano dei servizi, le richieste nel settore sociale sono in aumento ed ancora dal governo non è stato rifinanziato il fondo sociale. Insomma i tagli sono avvenuti su settori importanti che danno risposte alla società.

Come comune abbiamo cercato di ottimizzare e di risparmiare, partendo da cose semplici ma importanti, come le fermate dello Scuolabus, mantenendo inalterato il servizio, creando dei punti di raccolta delle fermate, e risparmiando intorno ai 50.000,00 euro sul trasporto che era dato in appalto esterno.

Il nostro obbiettivo è quello di non voler calare su i servizi erogati, perciò investiremo sempre di più su i servizi primari come il sociale, che è uno dei settori critici della nostra società, cercando di non abbassare la guardia e di fare i conti con le risorse disponibili, senza toccare le tasse, o chiedere altri sacrifici ai nostri cittadini, questo credo sia il compito di un Centro-Sinistra serio in un momento come questo».
Quali saranno secondo lei i passi futuri che le Amministrazioni comunali dovranno perseguire per poter continuare a garantire lo stesso livello dei servizi pubblici erogati?
«Certamente le Pubbliche Amministrazioni dovranno saper fare gioco forza e sapersi unire, per poter erogare servizi senza tagliarli, secondo me un passo importante sarà la creazione dell’unione dei comuni del comprensorio del Trasimeno, per poter creare programmazioni ed erogazione dei servizi in forma unitaria, a partire dal sociale, al turismo, allo sviluppo di un area vasta, ecc.

Insomma unendo le forze, risparmiando le risorse e garantendo i servizi».
Cosa pensa il capogruppo del Centro-Sinistra di Città della Pieve della crisi del Governo nazionale?
«Come si dice tutti i nodi vengono al pettine, e il governo nazionale sta dimostrando il suo vero volto, un governo soltanto dei proclami e dell’apparire, ma poco del fare almeno per l’Italia, perché per i propri interessi i punti sulla loro agenda sono sempre al primo posto.

Credo che sia doveroso oggi che questo governo presenti le dimissioni, e si vada verso il governo tecnico.

Certamente in un momento come questo neppure il Centro-Sinistra sia pronto per governare, ma credo che ci si debba preparare, riunendo le forze e proponendo dei punti programmatici, per portare l’Italia fuori dalla crisi, e si torni piano piano a far crescere questo paese, che sicuramente per le caratteristiche e le potenzialità che ha non si merita tutto questo».

sabato 6 novembre 2010

intervista al gionale "IL COMUNE" di ottobre 2010


Il Capogruppo di maggioranza Raffaele Parbono su temi locali e nazionali
"I Processi di cambiamento non si annunciano soltanto..."

Un’estate quella di Città della Pieve ricca di iniziative, promosse per lo più da associazioni locali.Ad esprimere le proprie soddisfazioni è il capogruppo di maggioranza Raffaele Parbono."Si, l’estate Pievese è stata caratterizzata da molte iniziative, messe in campo in particolar modo dalle molte associazioni che operano nel nostro territorio comunale, e che và riconosciuto il grande impegno che dedicano volontariamente alla riuscita degli eventi.

Eventi che hanno spaziato dalla cultura, all’intrattenimento sino alla politica, quelli proposti nel comprensorio pievese, quale il segreto di questo successo, consigliere Raffaele Parbono?

Come dicevamo prima il nostro territorio è composto da molte associazioni di volontariato, che promuovono in particolar modo nel periodo estivo eventi e manifestazioni.

Penso in tanto alla manifestazione più importate per il nostro comune che è il Palio dei Terzieri, dove mota gente lavora volontariamente alla riuscita e alla crescita dell’evento, poi penso al resto delle manifestazioni da quelle politiche a quelle sportive e di beneficenza.

Il segreto del successo credo che stia nella forte volontà delle persone di creare momenti di aggregazione e di socializzazione sul territorio, mettendo a disposizione volontariamente il proprio tempo libero, per far si che non si vada verso la perdita di alcuni valori ormai impregnati nel nostro tessuto sociale a partire dal movimento del volontariato in primo luogo, che a Città della Pieve è stato ed è un perno fondamentale della società.

La situazione nazionale vede in questi giorni una netta spaccatura della maggioranza, cosa pensa, come rappresentate del partito democratico, in merito a questa situazione?

per quanto riguarda la situazione nazionale del PD, bisogna dire una cosa, il Partito Democratico deve ancora nascere nel concreto, e per essere un partito nuovo che guarda alle nuove sfide ed esigenze, deve invertire la rotta, iniziando a scendere su i problemi reali della gente e della società, dalla disoccupazione, ai problemi della scuola e delle giovani generazioni che non hanno più un futuro chiaro difronte ai tempi che cambiano.

Insomma queste cose si possono fare nella misura in cui si inizia a ragionare da partito che vuole governare i processi per iniziare a cambiarli, smettendo le discussioni sterili e correntizie che non interessano più alla gente, ma anzi la allontana dal mondo politico disorientandola e disinteressandola dai problemi che vive la nostra società e che bisogna affrontare, in particolare oggi che è un momento difficile della vita del nostro paese.

Si sta parlando sempre più di Nuovo Ulivo, un patto fra le forze di centrosinistra, quale è il suo parere in merito?

Sul tema di ripercorrere la strada dell’ulivo, io mi trovo in accordo con quanto detto da Bersani.

Basta pensare a Città della Pieve e al buon risultato ottenuto più di un anno fà alle elezioni comunali, anche perché credo che con un Ulivo e un Centro Sinistra più unito e più forte, i processi di cambiamento non si annunciano soltanto ma si possono governare e cambiare

sabato 16 ottobre 2010

30° anni dopo,Ricordando LUIGI LOGO il Partigiano "GALLO"


Schivo, modesto, timido, un volto affilato e malinconico sotto il berretto di giovane militante, un'aria pensosa e mite, il tratto garbato, la gentilezza, “l'opposto - scrisse Berlinguer commemorando la sua morte avvenuta nel 1980 - dell'immagine grottesca dell'uomo immusonito e fanatico con cui si costruiva e da taluno si fa ancora oggi la caricatura del rivoluzionario”.


Ricordando la sua vita “che è quella di un leggendario combattente e insieme di un politico acuto e lungimirante, di un organizzatore infaticabile ma anche di un creatore pieno di fantasia, di un realizzatore amante della concretezza” (sono sempre parole di Berlinguer); ricordando soprattutto l'uomo, il nostro compagno, il commissario delle Brigate internazionali, il combattente partigiano alla testa del CLN. Una lunga vita di lotta, cominciata a Torino, da giovanissimo.

Infanzia e adolescenza difficili, umili origini contadine (è nato a Fubine, un paesone in provincia di Alessandria, il 15 marzo del 1900). “Noi abbandonammo il paese nell’anno che fu detto del “vendemmione”; per l’abbondanza dell'uva che si raccolse. Ma i prezzi scesero a terra. Raccontava mio nonno che da una bigoncia d'uva portata al mercato di Casale, dedotte le spese di viaggio, aveva ricavato appena di che comprare una cannella di legno per spillare il vino delle botti”, racconta lui stesso in una delle conversazioni con Salinari. Lui non dimenticherà mai la fatica, le sofferenze; le umiliazioni delle classi povere.
Deputato per tutte le legislature, alla Camera si batté soprattutto per le pensioni: «In me - ricorda - è sempre presente l'estremo bisogno di assistenza e di aiuto dei lavoratori che frequentavano, tanti anni fa, la cantina dei miei genitori, e che non avevano che le proprie braccia per vivere, di vecchi che dopo una vita di lavoro e di stenti non avevano altra prospettiva per i loro ultimi giorni che il ricovero negli ospizi”.

Dal Monferrato i suoi vanno a Torino, dove aprono infatti una mescita di vino in corso Ponte Mosca, nei pressi dello stabilimento Grandi Motori della Fiat che ha aperto da poco. Una vita di stenti anche qui. I suoi vogliono che diventi falegname, ma a scuola è così bravo che decidono di farlo studiare, per farne uno “statale”.

La prima tessera

Nel ’20 la sua prima tessera, si iscrive al circolo socialista studentesco di Torino; conosce Antonio Gramsci e Togliatti, frequenta la sede dell’Ordine Nuovo, nel centro della città.

Così ben vigilata che gli squadristi si guardano sempre dall’assalirla. “Tutte le porte erano sbarrate verso l’esterno con sacchetti di terra e vari camminamenti disposti a zig zag portavano dalle porte ai cortili, con interruzioni di tanto in tanto, di cavall di frisia e di filo spinato… In qualche angolo più riservato c’erano cestini di bombe a mano e alcuni moschetti”.

Nel ’21 è a Livorno, tra i fautori della scissione che porta alla nascita del PCI. È ancora studente del Politecnico, ha superato bene il primo anno di esami ma, da allora in poi, i suoi studi universitari vengono sacrificati all'impegno politico: "avevo già due figli - ricorderà - ma ancora mi trascinavo libri e dispense per esami che mai avrei sostenuto". Dal '21 infatti la sua vita si intreccia per sempre con quella del partito.

In Urss

Nel '22 è membro di una delegazione che si reca a Mosca per il congresso dell'Internazionale. Incontra Lenin, questo il suo ritratto di allora: «Mi impressionò non solo il suo ragionamento sensato, limpido, ma anche la vivacità, la passione con cui esponeva il pensiero, come fosse bruciato da un fuoco interiore».

A Mosca ci andrà varie volte, a partire dal congresso di Lione; nel 1926, appunto, ci va portando con sé il figlioletto di tre anni, che ha avuto da Estella, Teresa Noce, sua compagna da qualche anno. Incontra Stalin, naturalmente, e tutti gli alti gradi del Cremlino. «Di Stalin ricordo la figura semplice, rigida, ossuta... Il suo parlare era lento, fermo, scandito». Osservazioni acute e disincantate. “A Mosca, al Kim, la Sezione giovanile del Komintem, trovai alcuni dirigenti che avevo già conosciuto, Sciatskin, Rudolf Khiltarian, Lominadze, un gigante di circa due metri d'altezza che si diceva fosse molto legato a Stalin (era georgiano anche lui)."

In Spagna

«La capacità di Longo come dirigente emerse in modo straordinario nella guerra di difesa della Repubblica spagnola - scrive sempre Berlinguer - Le Brigate internazionali che Longo dirige sono certo un modello di eroismo e di capacità combattente, ma sono anche luogo di esperienza politica unitaria - spesso ardua - tra comunisti, socialisti, democratici».

Lui è il mitico Gallo, l’ispettore generale delle Brigate internazionali. Così lo descrive Giovanni Pesce, medaglia d’oro della Resistenza. “La prima volta che lo vidi avevo diciannove anni. Si era nel 1937. Ero arrivato in Spagna da un anno. Un anno di guerra del battaglione Garibaldi, della Brigate internazionali. Lo vidi sul ponte di Brunete. Stavo andando a cercare una mitragliatrice… quando sulla strada, proprio accanto ad un piccolo fiume vidi un ufficiale. Era solo, con un binocolo osservava le linee nemiche da dove era stata scatenata una tremenda offensiva… Se ne stava tutto solo ad osservare tranquillo mentre attorno era come l’inferno”.

E dice Leo Valiani: “Facemmo passare la frontiera ai primi volontari delle Brigate internazionali, delle quali Longo diventò ben presto l’organizzatore principale e in ultimo anche il vero comandante”.

La risolutezza di Longo nell'assumersi delle responsabilità e nel prendere delle decisioni, la sua calma e il suo sangue freddo nel mezzo dei pericoli, furono, assieme a una grande conoscenza degli uomini e alla scrupolosa cura dei dettagli, fra i principali elementi della coesione e dei successi, ancorché mai definitivi, data la sproporzione degli armamenti, delle Brigate internazionali. Che non nacquero felicemente dalla spuma del mare come Venere. “Albeggiava quando, il 14 ottobre - racconta Gallo - scesero dalla stazione di Albacete i primi 500 volontari. Essi iniziavano la grande epopea delle Brigate internazionali in Spagna. Questi arrivi continuarono con lo stesso ritmo per quasi tutto quell’anno 1936. A ogni arrivo però le difficoltà si moltiplicavano per dieci, per centoSvolgevamo un'attività febbrile per scoprire nuovi locali, farceli assegnare, farli evacuare senza troppo infastidire i civili, infine per pulirli, adattarli a caserma... Non vi erario materassi, gavette, piatti per tutti; i cucchiai erano quasi sconosciuti, si dovettero istituire turni per consumare i pasti; un piatto e un cucchiaio dovevano servire per due o tre persone, ma mancava l'acqua per lavarli».

Eppure «oggi Guadalajara, domani Madrid» le brigate di Gallo diventano una grande realtà. «La Repubblica spagnola sarà drammaticamente perduta. Ma quando sarà necessario - è sempre Berlinguer - iniziare la lotta dì resistenza patriottica e partigiana, quel patrimonio sarà prezioso in Italia e in tutta Europa». Come un Garibaldi di questo secolo, è Gallo a «inventare e organizzare le strutture militari e politiche della guerra di Liberazione».

Gli anni 60 e 70

Longo fu un dirigente comunista che non ha mai rinunciato ad esprimere le proprie convinzioni anche quando queste potevano sembrare “controcorrente” all’interno del Partito.
Nel 1968, infatti, incontra incontra i dirigenti del movimento studentesco e in un articolo su Rinascita non esita a dire: «Non si può negare che ci sia stato distacco tra il Partito e la realtà politica che si è venuta creando nel campo studentesco. Certi fermanti politici e culturali esistenti nelle Università solo tardivamente hanno interessato i nostri compagni, le nostre organizzazioni. Perché?». In un altro momento delicato, nel 1976 critica apertamente la politica del Partito nei confronti del governo Andreotti: «Siamo certi che la nostra cautela nei confronti del governo Andreotti sia stata sempre giustamente motivata
E ancora, in uno dei suoi ultimi interventi al Comitato Centrale, in modo sferzante attacca la politica dei sacrifici avviata proprio in questi anni: «la mia impressione è che da parte di alcuni si sia assunta stilla questione dei sacrifici una curiosa posizione, vorrei dire da primi della classe, mostrando scandalo per !a richiesta di contropartite. Mi riferisco qui a certi scritti del compagno Amendola o ad alcuni discorsi del compagno Peggio che, per questo, hanno sollevato vivaci reazioni. Ebbene io non credo che sia un delitto da parte dei lavoratori esigere la garanzia che i loro sacrifici non servano in realtà a ricostituire quell'assetto politico ed economico che ha prodotto la crisi, l'affare Lockeed, lo scandalo Sindona, le cosiddette deviazioni del Sifar e del Sid, le trame nere e così continuando».

Nel celebre dipinto "La battaglia di Punta dell'Ammiraglio" che raffigura la sconfitta dell'esercito borbonico da parte dei volontari garibaldini, Renato Guttuso volle rappresentare Luigi Longo al fianco di Giuseppe Garibaldi per sottolineare, come ebbe a dire, la stretta continuità tra la Resistenza ed il Primo Risorgimento. Nacque da qui l'appellativo di "Garibaldi del Novecento" che accompagnò per molti anni colui che sarebbe stato il futuro segretario del PCI, carica cui fu eletto dopo la morte di Palmiro Togliatti nell'agosto 1964.

Questa affascinante similitudine in realtà si presta molto alla figura di Luigi Longo che, già nella Guerra di Spagna, si era distinto alla guida della Brigate Internazionali delle quali con lo pseudonimo di "Comandante Gallo" era diventato Commissario di Divisione ed Ispettore Generale. Luigi Longo infatti era stato il fondatore e l'animatore delle Brigate Garibaldi che tanta parte ebbero nella vicenda della Resistenza Italiana tra il '43 ed il '45 nel consentire la Liberazione del Nord Italia occupato dalle armate tedesche e controllato dai fascisti della Repubblica Sociale con sede a Salò. Longo si pose anche il problema, apparentemente irrisolvibile, di superare le divisioni che si erano manifestate tra i gruppi e le formazioni partigiane di diverso orientamento politico, che ne indebolivano fortemente l'efficacia di azione.
Nacque così, non senza intuibili difficoltà, il Corpo Volontari della Libertà (CVL) del quale, nel dicembre 1944, Luigi Longo divenne Vice Comandante insieme a Ferruccio Parri sotto il comando unico del generale Raffaele Cadorna, che ammetterà onestamente in un suo diario di esercitare "un potere poco più che formale, essendo i due Vice coloro che reggevano "con forti ed abili mani la ribellione".

L'azione partigiana unitaria consentì al nostro Paese di riscattare la sua disonorevole alleanza con Hitler e la violenta aggressione nei confronti di molti Paesi europei e del Nord Africa.

Se le sanzioni decise dai vincitori della 2a Guerra Mondiale nei confronti dell'Italia furono contenute, lo si deve senza dubbio al ruolo fondamentale della Resistenza nella sconfitta dei nazifascismi nel nostro Paese. Non è un caso che gli stessi alleati, per mano del generale americano Clark, vollero insignirlo a fine conflitto di una tra le più prestigiose decorazioni militari statunitensi: la "Bronze Star".

Longo ebbe, in seguito, un ruolo fondamentale nella ricostruzione, prima di tutto morale, del Paese dopo il ventennio della dittatura ed una spaventosa guerra mondiale.
Membro dell'Assemblea Costituente e parlamentare per molti anni, fu segretario del PCI dal 1964 al 1972 e divenne poi presidente del Partito ed in questo ruolo affrontò con lucidità ed apertura sia la questione del nuovo rapporto con il mondo cattolico, che era uscito positivamente influenzato dal pontificato di Giovanni XXIII, sia la contestazione giovanile, che si innestava nel grande movimento internazionale del '68.

Ma basterebbe ricordare il grande ruolo che Luigi Longo ebbe per la causa della libertà dei popoli e della democrazia sia nella difesa della repubblica spagnola che nella Resistenza italiana per rilevare il grande debito che tutti abbiamo nei suoi confronti.

La capacità di Longo come dirigente emerse in modo straordinario nella guerra di difesa della Repubblica spagnola. Le Brigate internazionali che Longo diresse furono anche luogo di esperienza politica unitaria - spesso ardua - tra comunisti, socialisti, democratici. La risolutezza di Longo nell'assumersi delle responsabilità e nel prendere delle decisioni, la sua calma e il suo sangue freddo nel mezzo dei pericoli, furono, assieme a una grande conoscenza degli uomini e alla scrupolosa cura dei dettagli, fra i principali elementi della coesione e dei successi, ancorché mai definitivi, data la sproporzione degli armamenti, delle Brigate internazionali. La Repubblica spagnola sarà drammaticamente perduta. Ma quando sarà necessario iniziare la lotta di resistenza ai tedeschi, quel patrimonio sarà prezioso.

mercoledì 29 settembre 2010

Ordine del Giono presentato al Consiglio Comunale di Città della Pieve


Il Capogruppo del Centro Sinistra PARBONO presenta L'Ordine del Giono su "Annessi provvisori e ricoveri per animali in terreno agricolo"

PREMESSO CHE:
• Molti Comuni umbri sentono sempre più forte la necessità di promuovere un uso del territorio agricolo in favore di un'agricoltura di piccola scala, assolutamente necessaria per la salvaguardia di un'identità rurale e contadina, e di un turismo sostenibile che favorisca la piena scoperta del nostro territorio nel rispetto e nella salvaguardia dell'ambiente e del paesaggio;

CONSIDERATO CHE:
• Sono numerosi i cittadini che si rivolgono ai propri Sindaci per sapere la motivazione che rende impossibile la realizzazione di un annesso provvisorio per riporre gli attrezzi necessari per la coltivazione di un piccolo appezzamento di terreno o la realizzazione di un ricovero per animali;
• L’Amministrazione Comunale di Città della Pieve ha inserito nella propria relazione allegata al Bilancio di Previsione 2010, per quanto di competenza dell’Assessorato all’Urbanistica ed in materia di politiche per la gestione del territorio, un obiettivo relativo agli annessi provvisori e ricoveri per animali da realizzare in zona agricola che, al momento, contrasta con la normativa regionale vigente.
• Il Sindaco del Comune di Città della Pieve ha trasmesso una lettera con protocollo n. 9374 del 10/07/2010 a tutti i Sindaci dei Comuni del Comprensorio del Trasimeno ed all’Assessore Regionale all’Agricoltura Fernanda Cecchini con cui si manifesta la necessità di modificare la normativa regionale o introdurre appositi regolamenti per incontrare il favore delle istanze che provengono dal territorio armonizzando l’impianto legislativo con quello delle Regioni contermini.

TENUTO CONTO CHE:
• La realizzazione di un annesso provvisorio per la rimessa attrezzi o per il ricovero di animali consentirebbe di risolvere diverse problematiche di carattere sociale ed ambientale;
• Regolamentare la custodia di uno o più cani da caccia, di un cavallo o semplicemente concedere la possibilità di poter allevare ad uso esclusivamente familiare animali da cortile, non significa deturpare il territorio, ma significa ricordarsi le nostre origini e tradizioni;
EVIDENZIATO CHE:
la Regione Toscana, con la Legge Regionale n° 1/2005 ed il relativo regolamento di attuazione, ha previsto che:
1. È ammessa, per lo svolgimento delle attività agricole nonché per ricovero cavalli, la realizzazione di manufatti precari ("manufatti realizzati con strutture in materiale leggero semplicemente appoggiati a terra, per le quali sono consentite esclusivamente le opere di ancoraggio che non comportino alcuna modificazione dello stato dei luoghi");
2. La superficie massima ammissibile per i manufatti di cui al comma precedente è di 40 mq; l'altezza massima è 2,5 m. I manufatti dovranno essere costituiti da elementi leggeri (preferibilmente lignei) assemblati in modo da consentire l'agevole smontaggio e rimozione, ed in nessun caso da opere murarie. Non è consentito l'uso di pavimentazione stabilmente fissate al suolo. Il manufatto dovrà essere correttamente inserito nel contesto in modo da non generare degrado ambientale o visivo;
3. È ammessa l'installazione di un solo manufatto per ciascun fondo agricolo o unità poderale, a qualunque titolo condotti;
4. L'amministrazione Comunale potrà predisporre uno specifico regolamento che specifichi e disciplini ulteriormente le caratteristiche tipologiche e dimensionali dei manufatti;
5. L'installazione potrà essere realizzata previa comunicazione al Sindaco, nella quale l'interessato dovrà dichiarare:
- Le motivate esigenze in relazione al tipo di attività esercitata sul fondo;
- Le caratteristiche, le dimensioni e la collocazione del manufatto, nel rispetto delle disposizioni tipologiche e dimensionali di cui sopra;
- Il periodo di utilizzazione e mantenimento del manufatto, comunque non superiore ad un anno con possibilità di ulteriori rinnovi;
- L'impegno alla rimozione del manufatto al termine del periodo di utilizzazione fissato;
- L'impegno alla manutenzione dell'area per tutto il periodo di utilizzazione del manufatto;"
• Altre Regioni italiane, come la Regione Lazio ed il Trentino Alto Adige, si sono mosse sulla stessa linea;
TUTTO CIO' PREMESSO, SI CHIEDE ALLA GIUNTA REGIONALE
Di sapere se
- intende modificare la normativa regionale o introdurre appositi regolamenti per incontrare il favore delle istanze che provengono dal territorio ed armonizzare il legislativo vigente con quello delle Regioni contermini.
- e se ritiene utile convocare un tavolo di discussione tra gli Organi di governo della Regione Umbria e l'associazione dei Comuni dell'Umbria in grado di elaborare una soluzione all'annoso problema.


IL CAPOGRUPPO
(Raffaele Parbono)

sabato 24 luglio 2010

Intervista al Capogruppo Parbono dopo un anno di legislatura


Il Capogruppo di maggioranza Raffaele Parbono tira le somme su un anno di legislatura

Vivibilità e benessere del territorio tra le priorità

Consigliere Parbono, quale bilancio per questo primo anno di legislatura?
Sin dal suo insediamento nel giugno 2009, la nuova amministrazione ha iniziato a mettere in campo i punti del programma elettorale. Un programma che prevede il miglioramento della vivibilità del nostro territorio e non un libro dei sogni: abbiamo iniziato a lavorare subito alla riqualificazione dei servizi e al portare avanti i progetti già avviati del Comune, nonché ad una politica mirata per le energie rinnovabili con la presentazione del Parco fotovoltaico di Ponticelli, su cui uscirà il bando per la realizzazione dei lavori. Siamo in controtendenza al Governo nazionale che invece non incentiva la green economy e punta sempre più su energie superate da tempo, rispetto alle quali l’Italia aveva già fatto la sua scelta negli anni ’80. In questo primo anno di legislatura, dopo il buon risultato elettorale del 64%, si è creata un’ottima sinergia sia nel gruppo di maggioranza che nell’esecutivo, nell’ottica di prestare il miglior servizio possibile alla pubblica amministrazione e ai nostri cittadini.
La manovra correttiva del Governo cosa comporterà per il Comune di Città della Pieve?

Sicuramente la crisi economica che sta toccando l’Italia non aiuta i Comuni che sono un punto di riferimento per l’erogazione di servizi al cittadino, il Governo nazionale non si è posto problema anche dopo vicenda della Grecia. Il nostro impegno è cercare di non abbassare la guardia sulla qualità dei servizi e il benessere raggiunto nel nostro territorio. Dapprima il taglio Ici, poi la manovra dello scorso 26 maggio da oltre 24 miliardi dà un altro colpo agli Enti locali: ciò significa un indebolimento dei servizi che ricade sul cittadino. Il Comune di Città della Pieve ha partecipato alla manifestazione di dissenso organizzata a Firenze con lo slogan “Stanno mettendo il tuo comune al tappeto” perché occorre lavorare ancora molto sull’allentamento del Patto di Stabilità. In questi anni il nostro Comune ha dimostrato di saper governare bene nonostante i vincoli del Patto trovando le risorse opportune per il mantenimento di questo territorio, definito marginale e strategico insieme. Certamente fare i conti con questa manovra produrrà degli effetti che il Governo stesso non sa dove e come gestire. Lo sforzo della maggioranza sarà in tutti i modi possibili attuare il programma in cinque anni, ma non ci troveremo in condizioni tali da poter procedere speditamente. Ad oggi un problema significativo si sta ripercuotendo sui servizi di pubblica istruzione, penso alle conseguenze della riforma Gelmini e al nodo delle risorse economiche ma anche a garantire gli standard attuali di servizi pubblici come lo scuolabus. In seno alla maggioranza stiamo discutendo sulla possibilità di fronteggiare i tagli con una forma associata di alcuni servizi ad altre municipalità. L’elettorato ci ha votato anche per affrontare queste problematiche, sono sicuro che saranno gestite con lo spirito giusto ,come sempre nell’ottica del dialogo con la cittadinanza

giovedì 10 giugno 2010

Ricordando Berliguer dopo 26 anni




UN GRANDE SIGNORE, UN GRADE ITALIANO, UN GRANDE COMPAGNO "Enrico BERLINGUER"


Uomo politico italiano. Iscrittosi al PCI nel 1943, entrò nel comitato centrale nel 1945 e dal 1949 al 1956 fu segretario della FGCI. Membro della segreteria nazionale nel 1958, dopo una lunga carriera di organizzatore nel partito, ne divenne vicesegretario nel 1969 e segretario nel 1972, succedendo a Luigi Longo. Nel 1973 avviò un 'nuovo corso' della politica del partito comunista italiano, lanciando la formula del 'compromesso storico'. Dopo i successi elettorali del giugno 1975 e 1976, la sua politica produsse il risultato storico di far entrare il partito nella maggioranza di governo, ma ebbe riflessi negativi in campo elettorale. Fondamentale è la sua visione del "socialismo democratico" che lo portò a contestare apertamente la repressione da parte dell'Unione sovietica della "primavera di Praga" guidata da Dubcek nel '68 ; Altrettanto netta fu la posizione berlingueriana nel caso dell'ingerenza di Mosca nei confronti dell'Afghanistan e della Polonia nei primi anni '80. Altro tema cardine della politica di Enrico Berlinguer fu la “questione morale”, ossia la denuncia della corruzione e dello strapotere del sistema dei partiti. (solegemello)Nel novembre 1980 lanciò la proposta del governo delle sinistre, aperto ai laici e ai cattolici progressisti, ma i rapporti con il partito socialista andarono sempre più deteriorandosi. Condusse poi una dura opposizione al pentapartito guidato da Craxi, specie sui decreti economici e per la riduzione dei meccanismi salariali della scala mobile. Su questi temi lanciò la proposta di un referendum popolare, che sancì la sconfitta del PCI e la frattura non solo all'interno della sinistra ma anche nelle stesse organizzazioni sindacali (1984). Alla sconfitta della sua proposta politica sul piano interno (compromesso storico) corrispose, sul piano internazionale, il venir meno delle aspettative dell'eurocomunismo in seguito al declino del partito comunista francese e di quello spagnolo. Colto da malore mentre teneva un comizio a Padova nel corso della campagna per le elezioni europee, Berlinguer morì poco dopo.

sabato 1 maggio 2010

1° MAGGIO:IL CAPOGRUPPO PARBONO PORTA IL SALUTO AI LAVORATORI







Care lavoratrici, cari lavoratori, cittadini,
Il 1° Maggio nasce come momento di lotta internazionale di tutti i lavoratori, senza barriere geografiche, né tanto meno sociali, per affermare i propri diritti, per raggiungere obiettivi, per migliorare la propria condizione."Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire" fu la parola d'ordine, coniata in Australia nel 1855, e condivisa da gran parte del movimento sindacale organizzato del primo Novecento. Si aprì così la strada a rivendicazioni generali e alla ricerca di un giorno, il primo Maggio, appunto, in cui tutti i lavoratori potessero incontrarsi per esercitare una forma di lotta e per affermare la propria autonomia e indipendenza.La storia del primo Maggio rappresenta, oggi, il segno delle trasformazioni che hanno caratterizzato i flussi politici e sociali all'interno del movimento operaio dalla fine del secolo scorso in poi.
Ma il 1° Maggio è segnato anche da una pagina sanguinosa scritta nel 1947 a Portella della Ginestra, dove circa duemila persone del movimento contadino si erano date appuntamento per festeggiare la fine della dittatura e il ripristino delle libertà, mentre cadevano i secolari privilegi di pochi, dopo anni di sottomissione a un potere feudale. La banda Giuliano fece fuoco tra la folla, provocando undici morti e oltre cinquanta feriti. La Cgil proclamò lo sciopero generale e puntò il dito contro "la volontà dei latifondisti siciliani di soffocare nel sangue le organizzazioni dei lavoratori".

Le profonde trasformazioni sociali, il mutamento delle abitudini, la progressiva omogeneizzazione hanno profondamente cambiato il significato di una ricorrenza che aveva sempre esaltato la distinzione della classe operaia. Il modo di celebrare il 1 maggio è quindi cambiato nel corso degli anni. Da diversi anni Cgil, Cisl, Uil hanno scelto di celebrare la giornata del 1 Maggio promuovendo una manifestazione nazionale dedicata ad uno specifico tema.
Il tema di questo anno è IL LAVORO LA LEGALITA’ e LA SOLIDARIETA’.
Quest'anno la festa dei lavoratori, per CGIL, CISL e UIL, avrà come fulcro il centro della piana di Gioia Tauro, più precisamente la cittadina di Rosarno, tristemente nota nei mesi passati per essere stata teatro di violenti scontri tra la popolazione del piccolo centro calabrese e i braccianti immigrati, insorti dopo ripetuti atti di violenza ai danni di loro connazionali e per le impossibili condizioni di vita a cui sono costretti.La scelta, ovviamente, non è casuale poiché la ricorrenza del primo maggio, per quest'anno sarà incentrata, oltre che sui tradizionali temi del lavoro e dello sviluppo economico, anche su quelli dell'integrazione, cogliendo l'occasione per rilanciare da
Rosarno il tema del lavoro in stretto collegamento con quelli della legalità e dell'accoglienza degli immigrati.
"Quest'anno la Festa del Lavoro cade in un momento particolarmente difficile, in Italia, in Europa e nel mondo. Nel nostro Paese il tasso di disoccupazione ha toccato la cifra record dell'8,8 per centro, la più alta dal 2002. Centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori hanno perso il posto o vivono nell'incertezza della cassa integrazione. Questa giornata non può che essere celebrata all'insegna della lotta per chiedere più sostegno ai lavoratori e alle loro famiglie, meno tasse su chi produce e intraprende, più solidarietà tra le generazioni, più attenzione alle donne e alle famiglie. E' molto importante che le organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL abbiano scelto insieme di manifestare a Rosarno per ricordare a tutti noi che, se di fronte alla crisi non vogliamo minare la convivenza civile nelle nostre comunità, non si possono alimentare guerre tra poveri. L'immigrazione richiede regole giuste e l'illegalità va combattuta severamente per impedire fenomeni di sfruttamento e di schiavitù indegni di un paese civile e per affermare diritti e doveri per tutti".
Il Primo Maggio quest'anno ha un valore particolare. Il diritto al Lavoro, sancito dalla nostra Costituzione, è messo in discussione da una crisi economica e sociale senza precedenti.
Nelle fabbriche, nelle piccole aziende artigiane e commerciali, nel terziario in tanti oggi temono di perdere la sicurezza del posto di lavoro.
Per noi il Primo Maggio è dunque l'occasione per essere vicini alle donne che faticano ad entrare e restare nel mercato del lavoro, ai lavoratori precari che di fronte alla crisi sono senza protezione sociale, ai giovani che, specie al Sud, non hanno opportunità, ai tanti che - lavoratori dipendenti o autonomi - con il loro saper fare e la loro operosità hanno fatto crescere questo Paese.
Difendere il lavoro e la sua dignità per il PD significa anche battersi contro il tentativo del Governo di stravolgere le norme sulla sicurezza, che comporterebbero l'impunità per chi mette a rischio la vita e la salute dei lavoratori.
Molto di più bisogna fare per la sicurezza e lo sviluppo sui posti di lavoro e molto di più si può fare.
E credo che da questa giornata si debba ripartire verso una giusta direzione, dalle imprese, dagli operai, dalle forze Sindacali e Politiche e dalle Istituzioni, perché il lavoro è un diritto è un dovere ma la vita dei lavoratori è molto più importante.
Buon Primo Maggio, dunque, a tutti e a tutte, nel segno della giustizia sociale e della solidarietà!

domenica 25 aprile 2010

25 APRILE FESTA della LIBERAZIONE


Il 25 aprile si celebra l’anniversario della liberazione d’Italia dalla occupazione dall’esercito tedesco e dal governo fascista avuta luogo nel 1945. E' quindi doveroso dedicare una pagina a questa ricorrenza perché ha segnato una svolta importante per il nostro paese.

Dopo la liberazione d’Italia dai nazifascisti i i gruppi politici della Resistenza hanno ricostruito il nuovo stato italiano. Un nuovo stato basato sulla democrazia e sul rispetto delle libertà. Questa era l’idea in origine dello Stato italiano.

Ogni anno in svariate città italiane vengono organizzati cortei e manifestazioni per festeggiare e ricordare la festa della liberazione. Torino e Milano furono liberate il 25 aprile del 1945: questa data è stata assunta quale giornata simbolica della liberazione dell'Italia intera dal regime fascista e, denominata appunto Festa della Liberazione che viene commemorata ogni anno in tutte le città d'Italia.
Le truppe alleate giunsero nelle principali città liberate poi nei giorni seguenti. La liberazione di alcune città, inclusi svariati centri industriali di importanza davvero strategica, prima dell'arrivo degli alleati permise l'avanzata di questi in maniera più rapida e molto meno onerosa in termini di vite e rifornimenti. In vari casi avvennero drammatici combattimenti in strada; i sopravvissuti dell'esercito tedesco e gli irriducibili fascisti della Repubblica Sociale Italiana sparavano nascosti in vari edifici o appostati su tetti o campanili contro partigiani e civili. Tra le due fazioni avvennero vere e proprie battaglie (come a Firenze nel settembre 1944), ma di solito la loro resistenza si ridusse a una disorganizzata guerriglia, per esempio a Piacenza e a Parma.

La notte del 26 aprile 1945 Benito Mussolini, insieme ai suoi gerarchi risiede a Grandola ed Uniti all'interno dell' hotel Miravalle nella frazione di Cardano.

Il 27 aprile del 1945 Mussolini, indossando l'uniforme di un soldato tedesco, venne catturato a Dongo, in prossimità del confine Svizzero, mentre tentava l'espatrio insieme all'amante Claretta Petacci. Riconosciuto dai partigiani, venne imprigionato e giustiziato il 28 aprile a Giulino di Mezzegra e successivamente il suo cadavere esposto a testa in giù, accanto a quelli della Petacci e di altri gerarchi, in piazzale Loreto a Milano.

Il 25 aprile è la Festa della Liberazione: ricordiamoci che uomini e donne di tutte le età sono morti allora, per garantirci i diritti democratici dei quali oggi godiamo. Grazie a loro.

domenica 18 aprile 2010

RAFFAELE PARBONO: « LE NOSTRE PROMESSE STANNO DIVENTANDO REALTA’»


Un forte impegno quello dell’Amministrazione comunale di Città della Pieve per rendere concrete le promesse fatte in campagna elettorale. Il Capogruppo di maggioranza, Raffaele Parbono fa il punto della situazione sui progetti dell’Amministrazione, sul proprio impegno e sul bilancio.

«In linea con gli impegni presi durante la campagna elettorale, stiamo lavorando affinché le parole e le promesse fatte diventino realtà. Come promesso ci stiamo impegnando in una politica energetica attenta, promuovendo l’utilizzo di nuove fonti energetiche. Il parco energetico è l’esempio concreto del nostro impegno

Con la realizzazione del “Parco” l’Amministrazione intende avviare, quanto prima, alcuni progetti pilota che dovranno trasformare il Comune di Città della Pieve in un laboratorio di “sostenibilità” dove tutti i cittadini si sentano parte attiva e determinante di un processo volto a migliorare la qualità della vita, senza compromettere le esigenze ed i bisogni delle future generazioni.

L’intenzione è quella di creare un centro di formazione ed un polo di sperimentazione ed attrazione per tutte le imprese che operano nel settore, le quali potranno beneficiare di incentivi e supporti sul piano finanziario, burocratico e di collegamento con il mondo accademico della ricerca e dell'innovazione.

L’Amministrazione comunale è sempre stata in primo piano per l’istruzione, quale le novità nel nuovo bilancio?

«La formazione è uno dei punti più importanti, sul quale il nostro comune s’impegna da sempre. Nel prossimo bilancio sono stati previsti ben 570 (mila) euro destinati alle strutture scolastiche. Le scuola di Città della Pieve rappresentano uno dei centri d’eccellenza per la formazione nel territorio. Sicuramente la riforma Gelmini non ci aiuta, i tagli all’istruzione hanno causato non pochi problemi. Proprio per questo stiamo lavorando, affinché il nostro comune sia pronto ad affrontare le sfide che ci attendono. Non appena sarà approvato il bilancio comunale lavoreremo in collaborazione con la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Perugia per la stesura di un bando relativo ad un concorso d’architettura che dovrà prevedere l’accorpamento delle scuole del capoluogo in un nuovo plesso scolastico.

Un altro punto saliente del nuovo bilancio riguarda il sociale, quali i progetti futuri?

« la nostra Amministrazione è impegnata a trecentosessanta gradi nel sociale. Considerando il periodo di crisi che il nostro paese sta attraversando, sempre di più ci troviamo di fronte a richieste d’aiuto delle famiglie. Nonostante dal Governo non ci siano aiuti, ma piuttosto tagli continui,noi come amministrazione comunale per andare incontro a chi ha bisogno, sul prossimo bilancio aumenteremo di 10.000,00€ il fondo del sostegno al reddito, e di 10.000,00€ il fondo sugli affitti per le locazioni a scapito dei comuni. Il Governo pensa che per uscire dalla crisi i cittadini debbano pagare più tasse e ricevere meno servizi, questo è intollerabile; noi, come Amministrazione, vogliamo il contrario, più servizi e meno tasse.

In un momento così difficile serve la collaborazione di tutti affinché non si registri una pericolosa inversione di tendenza rispetto al buon livello della qualità della vita che si respira nella nostra città».

Tra i punti espressi in campagna elettorale, si parlava di raccolta differenziata e rigenerazione urbana, come si sta procedendo?

Per quanto riguarda la raccolta differenziata dei rifiuti, siamo partiti con le assemblee informative su tutte le frazioni. Il progetto della differenziata ipotizzato da TSA prevede di partire proprio dalle nostre frazioni, per arrivare, entro un anno, al centro storico.

Le assemblee sono state molto partecipate, adesso seguirà la seconda fase che sarà il porta a porta con la consegna dei materiali necessari per la partenza definitiva.

Per quanto riguarda la rigenerazione urbana è un percorso avviato attraverso un faticoso lavoro multidisciplinare fondato sulla definizione di un quadro strategico di valorizzazione (QSV) e da sul nuovo Piano Regolatore Generale (PRG) che finalmente si sta avviando verso l’adozione della sua parte strutturale.

L’8 marzo scorso è stato approvato il progetto del nuovo Ospedale Unico del Trasimeno, un progetto di grande valenza per il territorio.

«Sono pienamente soddisfatto dell’approvazione di questo progetto, poiché sono stato uno tra quelli che dato il sì alla realizzazione, approvando nel 2005 il protocollo d’intesa che prevedeva la realizzazione del nuovo plesso ospedaliero. Inoltre, l’apertura a Città della Pieve del centro per i Disturbi da Alimentazione Incontrollata (DAI) rappresenta una tappa particolarmente indicativa della riconversione del presidio ospedaliero, in vista dell’apertura del nuovo ospedale unico. Da oggi la nostra struttura ospedaliera può contare su un’offerta completa ed unica in Italia, in grado di affrontare in maniera sistematica e multidisciplinare i disturbi da alimentazione incontrollata ed obesità.

Come si può notare le parole espresse in campagna elettorale stanno trovando una concretizzazione, per questo non posso che essere più che soddisfatto del lavoro fatto finora».


Mariangela Taccone

mercoledì 24 febbraio 2010

IL RICORDO DI UN GRANDE PRESIDENTE "SANDRO PERTINI"











UN GRANDE E AMATO PRESIDENTE,ANTIFASCISTA E PARTIGIANO,STRENUO DIFENSORE DELLA DEMOCRAZIA NEI TRAGICI ANNI DI PIOMBO.

"Oggi la nuova resistenza in che cosa consiste. Ecco l'appello ai giovani: di difendere queste posizioni che noi abbiamo conquistato; di difendere la Repubblica e la democrazia. E cioè, oggi ci vuole due qualità a mio avviso cari amici: l'onestà e il coraggio. L'onestà... l'onestà... l'onestà. [...] E quindi l'appello che io faccio ai giovani è questo: di cercare di essere onesti, prima di tutto: la politica deve essere fatta con le mani pulite. Se c'è qualche scandalo. Se c'è qualcuno che da' scandalo; se c'è qualche uomo politico che approfitta della politica per fare i suoi sporchi interessi, deve essere denunciato!" ”La democrazia si difende e si rafforza con una grande tensione morale. Si colpiscano i colpevoli di corruzione senza pietismi. Bisogna essere intransigenti verso se stessi ed io lo sono stato: ho resistito al fascismo ed ho sempre compiuto il mio dovere”. Sono parole, queste, che identificano immediatamente Sandro Pertini, Presidente di tutti gli italiani e garante della Costituzione con la forza e con la passione di un eroe risorgimentale.

Nel ventennale della scomparsa il ricorda Sandro Pertini, una grande figura della democrazia italiana, un politico che come pochi ha saputo unire il Paese e scaldarne il cuore, con un rapporto unico con la sua grande storia antifascista e democratica. Una figura che unisce a fronte di molte che dividono su cui troppo spesso si concentrano le attenzioni oggi.

(Raffaele Parbono)

giovedì 28 gennaio 2010

Intervento di Raffaele Parbono del 28-01-2010


LA FINANZIARIA DEGLI AFFARI LORO



Perché degli affari LORO??

Semplice:

Una finanziaria costituita da DUE articoli e CENTINAIA di commi che si occupano “di svariati argomenti”!!!

Un’importante legge dovrebbe nella maniera assoluta rappresentare al meglio la politica che il governo intende portare avanti, sviluppando titolo per titolo (e non comma per comma) il programma o parte del programma presentato agli elettori.

L’indice della legge finanziaria, in un paese normale, dovrebbe rappresentare l’indice dell’agenda di governo, dovrebbe permettere a tutti i cittadini ed alle diverse categorie di cittadini di rintracciare immediatamente quanto è di loro interesse così da comprendere il reale intendimento della politica del governo che deve necessariamente affrontare nodi delicati come quelli del settore:

- economico;

- finanziario;

- industriale;

- del lavoro;

- e politico-amministrativo;

Quest’ultimo per esempio vede nuovamente il perpetrarsi di nuovi tagli agli enti locali, l’anello più debole della catena.

Ancora tagli elencati in pochi commi (dal 183 al 188) dell’articolo 2. Tagli a consiglieri e assessori che proprio nei comuni devono confrontarsi tutti i giorni con i problemi reali e concreti dei cittadini:

il lavoro / la casa / la famiglia / la precarietà / le scuole / la sanità…..

Per una crisi pesante una finanziaria leggera, leggerissima, praticamente nulla. Nulla sulla disoccupazione,
sia quella “tipica” dei lavoratori a tempo indeterminato, sia quella “atipica” dei professionisti e dei precari. Nulla sugli investimenti, anzi si mettono le mani sul TFR, sui risparmi degli italiani, per coprire le spese correnti. Nulla per le famiglie e per chi è rimasto indietro, a cominciare dal fallimento del “bonus famiglia” e della “social card”. Azzerati. Nulla per migliorare l’efficienza della giustizia, soprattutto quella civile. Le poche cose positive (patto per la salute, rimborso ICI per i Comuni, parziale aumento del credito d’imposta per la ricerca) sono il frutto dell’azione dei deputati dell’opposizione e non cambiano il giudizio su questa
Finanziaria. Una Finanziaria del nulla, specchio di un Governo immobile che si muove solo a tutela delle
proprie clientele, consorterie, corporazioni.
Per gli affari loro.
Appunto.

IL LAVORO
?? A fronte degli effetti della crisi che si stanno abbattendo sull’occupazione, non c’è un euro in più per gli ammortizzatori sociali.
?? Ritorna lo staff leasing, il lavoro in affitto, i lavoratori come merce di scambio.
?? Nulla per l’occupazione femminile e le pari opportunità: il fondo nazionale ridotto del 90%.
?? Ridicolo l’assegno per i precari licenziati: la stragrande maggioranza resterà senza tutele.


L'AMBIENTE
?? Dimezzati i fondi per l’ambiente, questo vuol dire meno risorse per la gestione efficiente dei rifiuti, la mobilità sostenibile, la tutela del territorio.
?? Tutto il mondo scommette su un nuovo modello di sviluppo, investe nella green economy, tranne il nostro Paese.

LA SCUOLA E LA RICERCA
?? Continua la politica dei tagli per l’istruzione scolastica: meno manutenzione, meno supplenze, meno qualità.
?? Riduzione delle risorse per l’università malgrado le promesse di maggiori finanziamenti. È evidente la rinuncia a un’università d’avanguardia, innovativa, competitiva.
?? Azzerati i programmi per la ricerca scientifica e tecnologica, essenziali per preparare l’Italia alle sfide del XXI secolo.


IL FUTURO
?? Una Finanziaria fatta di entrate leggere, “occasionali” e non ripetibili. Un inganno per il contribuente
che paga oggi con il TFR e pagherà domani con nuove tasse.
?? Una Finanziaria fatta di spese leggere che non affrontano i nodi della crisi.
?? Una Finanziaria di indebitamento quindi non di risanamento, segno che il futuro dell’Italia, per questo Governo è un optional, non una priorità.

IL TFR
?? Il colpo di genio di questa manovra. L’assalto al fortino del TFR, i risparmi dei lavoratori, non per fare degli investimenti ma per coprire spese correnti.


LA GIUSTIZIA
?? Una giustizia sempre meno uguale per tutti. La Finanziaria introduce la “tassa sui processi” che cancella la gratuità delle cause di lavoro e previdenziali. La giustizia diventa un lusso.
?? Nulla per migliorare la giustizia civile e renderla più vicina alle esigenze e ai tempi dei cittadini.
?? I beni confiscati alla mafia, accumulati con l’estorsione e la violenza, perdono la destinazione sociale e piombano sul mercato. Il rischio concreto è che tornino nelle vecchiemani, quelle dei boss.


venerdì 15 gennaio 2010

Città della Pieve. Soddisfazione della maggioranza per il dibattito consiliare sulle questioni della sanità












Il gruppo di maggioranza “Centro Sinistra – Città della Pieve” si ritiene soddisfatto del dibattito avvenuto nella sessione ordinaria del Consiglio Comunale del 12 gennaio u.s. alla presenza dell’assessore regionale alla sanità Maurizio Rosi e del direttore generale della Asl2 Giuseppe Legato. Nel corso dell’audizione è stata riconfermata da parte del direttore generale e ribadito dall’assessore Rosi la fermezza negli impegni presi nel protocollo d’intesa, sottoscritto nel 2005 per la realizzazione dell’Ospedale Unico indicando le fonti di finanziamento e i tempi di realizzazione. Primo passaggio la conferenza dei servizi entro la fine del mese che consentirà l’avvio delle procedure per la gara d’appalto. Il gruppo di maggioranza ha rilevato l’importanza della riconversione del plesso di Città della Pieve e il mantenimento dei servizi essenziali; su questo è stato risposto che la Asl2 ha provveduto ad espletare tutte le procedure per l’assunzione di personale infermieristico per la struttura ospedaliera pievese e la nomina del primario chirurgo. Queste ultime azioni consentiranno di risolvere le criticità evidenziate in quest’ultimo periodo ed il completamento del servizio DAI con l’attivazione della residenzialità.
«Ci rammarica l’abbandono dell’aula consiliare da parte del gruppo di minoranza – sottolinea il capogruppo di maggioranza Raffaele Parbono -, prima dell’avvio dei lavori della seduta, a causa di un imprevisto che ha fatto ritardare l’assessore Rosi. Con tale presa di posizione la minoranza ha sicuramente perso un’occasione importante di confronto istituzionale, d’arricchimento della discussione, di contributo propositivo per il raggiungimento di obbiettivi qualificanti per la nostra comunità. Insomma questa volta la minoranza non ha svolto il ruolo istituzionale che le appartiene come opposizione».

lunedì 11 gennaio 2010

COMUNICATO STAMPA











Dopo i tagli del Governo e la riforma Gelmini a rischio i posti di lavoro dei soci della Cooperativa ISOLA

Si iniziano a vedere le conseguenze delle politiche del Governo nazionale, dopo la riforma Gelmini ecco i primi sintomi.

Per il nostro comprensorio del Trasimeno sono oltre 50 le persone che rischiano di perdere il posto di lavoro, dopo i tagli del Governo di Centro-Destra.

In particolare, nel settore della pubblica istruzione sono messi a rischio i lavoratori del movimento Cooperativo, che fino ad oggi si sono “occupati” del servizio di pulizia nei plessi scolastici.

Noi del Gruppo di maggioranza Centro Sinistra di Città della Pieve, assieme a tutte le forze politiche che fanno parte della coalizione, siamo vicini alle lavoratrici ed ai lavoratori e alle loro famiglie.

Insieme ai Sindaci e con i gruppi consiliari del Centro Sinistra del comprensorio del Trasimeno, cercheremo di discutere ed affrontare il problema cercando di far fronte a questo ulteriore elemento di crisi che oggi il governo ha prodotto.

Sulla riforma scolastica molte altre cose ci sarebbero da dire,una su tutte quella del tetto massimo del 30% degli studenti stranieri nelle classi,che per noi risulta una vera forma di razzismo e di discriminazione nei confronti di studenti di altri paesi.

Città della Pieve 10-01-2010

IL CAPOGRUPPO

( Raffaele Parbono)