<Altro che Robin Hood: penalizzati il Sud e i salariati"
Presidente, colleghi, rappresentanti del governo,il titolo del Decreto Legge “Disposizioni urgenti per salvaguardare il potere d’acquisto delle famiglie”, sul quale oggi chiedete la fiducia, è senza dubbio accattivante. Se fossimo a scuola diremmo che il titolo del tema era interessante, il ragazzo ci ha messo una certa dose di fantasia, ma lo svolgimento è stato gravemente insufficiente.
Che le famiglie italiane attraversino un momento di grave difficoltà è certo: i prezzi dei beni primari salgono, salari e stipendi sono fermi, aumentano i debiti, calano i consumi. Le famiglie italiane fanno fatica a vivere dignitosamente e a progettare il futuro con fiducia. Tutte le famiglie allo stesso modo? No, non tutte allo stesso modo. Faticano di più, stanno peggio le famiglie che vivono con un solo stipendio, specialmente se risiedono al Sud e sono numerose, e molti pensionati che percepiscono assegni davvero bassi.
Il PD è convinto di questa emergenza non da oggi: per queste ragioni dal governo nella precedente legislatura abbiamo istituito la cosiddetta “quattordicesima” di circa 400 euro per oltre 3 milioni di pensionati (una misura che grazie alle nostre leggi si ripeterà nel mese di luglio). Per questo l’ICI era già stata ridotta e di fatto azzerata per il 40% dei proprietari di prima casa. Per questo non abbiamo negato l’urgenza di altri interventi a sostegno del potere d’acquisto delle famiglie e abbiamo ricercato un confronto con il governo nel tentativo di rendere questo provvedimento efficace ed equo.
Tre esempi (per rendere chiaro il nostro approccio).Avete proposto di abolire del tutto l’ICI sulla prima casa. Bene, diciamo noi, non vi sembra il caso di intervenire con analoga e magari più forte determinazione a sostegno di quelle famiglie per le quali la casa di proprietà è un sogno e pagano l’affitto? Avevamo presentato emendamenti in questo senso che la vostra scelta di porre la fiducia ci ha impedito anche solo di discutere.Avete proposto di detassare il lavoro straordinario. Bene. Questa misura avvantaggia, oltre che le aziende, una parte soltanto dei lavoratori e non è affatto detto che serva per aumentare la produttività del nostro sistema imprenditoriale.
Con la detassazione degli straordinari si lasciano fuori certamente molti lavoratori del Sud, i precari, e certo non si incentiva l’occupazione femminile. Inoltre risulta incomprensibile come si possano escludere totalmente i lavoratori pubblici (penso in particolare ad alcune figure come gli infermieri) e tutto il comparto delle forze dell’ordine. Parlate tanto di sicurezza ma quando si tratta di uscire dalla propaganda non mostrate lo stesso zelo!Anche su questi aspetti avevamo presentato emendamenti migliorativi ma la decisione di porre la fiducia ha impedito ogni possibilità di confronto.
Proponete una misura sui mutui e un accordo tra banche e governo. Non vogliamo banalizzare affatto questo provvedimento, perché può rappresentare per molte famiglie che non riescono a pagare le rate del mutuo un’ àncora di salvataggio. Però dovete dire la verità agli italiani: dire che le banche non ci rimetteranno un euro e che stiamo parlano della possibilità – ripeto per alcuni certo un sollievo – di diluire il pagamento del mutuo in un tempo più lungo, pagando gli interessi corrispondenti. E per fortuna, avete avuto il buon senso di ripristinare il fondo per le famiglie in difficoltà nel pagamento dei mutui che avevamo istituito con la finanziaria 2008 che in un primo momento avevate addirittura cancellato. Niente a che vedere dunque con l’idea di “togliere ai ricchi per dare ai poveri”, niente a che vedere con il divieto di derubare i cittadini con quell’odiosa clausola del “massimo scoperto” che vi avevamo proposto di inserire in questo decreto e che, mettendo la fiducia, non avete neppure preso in considerazione.
Toglietevi dunque il cappello con la piuma di Robin Hood e dite agli italiani che il tempo delle banche che si fanno concorrenza per chi tratta meglio il cliente in questo Paese non è ancora venuto, come ha ricordato anche ieri il Presidente dell’Authority Catricalà. Infine una riflessione sulle risorse che sono state utilizzate per finanziare questo provvedimento.
Non saremo certo noi che nel nostro programma abbiamo proposto (e dal Governo attuato) una politica di seria razionalizzazione della spesa pubblica a dire che nuove spese non possano essere finanziate con risparmi. Ma qui siamo di fronte ad un quadro di tagli indiscriminati e ingiustificabili.
Per finanziare queste misure su ICI e straordinari avete azzerato il finanziamento per la viabilità in Calabria e in Sicilia, cancellato i fondi per le metropolitane di Bologna, Torino e la tranvia di Firenze, impedito all’INAIL di finanziare investimenti in campo sanitario e universitario a Milano, Bari, Bologna, e di realizzare la Cittadella della Polizia a Napoli.
Perché siete ricorsi a questo metodo irrazionale, incomprensibile e punitivo di tagli?
Oso suggerire una spiegazione semplice. Perché altrimenti avreste dovuto ammettere che si potevano utilizzare, le risorse dell’extragettito che ci sono e che sono il frutto del lavoro del governo precedente.
Leggo dal Comunicato del 3 giugno 2008 del ministero dell’Economia “Nei primi cinque mesi del 2008 si è registrato complessivamente un fabbisogno di 39.300 milioni inferiore di circa 5.600 milioni a quello dell’analogo periodo 2007 (pari a 44.894 milioni). Il miglioramento del fabbisogno del mese di maggio 2008, rispetto a quello dello scorso anno risulta determinato dall’incremento delle entrate fiscali….”Se aveste avuto l’onestà intellettuale di riconoscere la disponibilità di questi fondi avreste dovuto fare i conti con una piccola norma della finanziaria 2008 che recita “…le maggiori entrate sono destinate alla riduzione della pressione fiscale nei confronti dei lavoratori dipendenti, …” e sareste stati costretti a dire che non ritenete una priorità tagliare le tasse sugli stipendi dei lavoratori dipendenti per aumentare davvero il potere d’acquisto delle famiglie.
Ecco, in queste settimane, presi dall’ansia di prolungare la luna di miele con gli italiani, avete messo in cantiere molti decreti legge la cui scadenza ravvicinata ha prodotto un ingorgo in Parlamento. L’unica promessa elettorale che sembra non vogliate neppure tentare di mantenere è quella di un confronto serio con l’opposizione. Temo che questo voto di fiducia sia il primo di una lunga serie che imporrete a quest’Aula. Messaggio ricevuto. Ne prendiamo atto. Come Gruppo del Partito Democratico useremo tutti gli strumenti a nostra disposizione per fare le nostre proposte e le nostre battaglie. Abbiamo capito però anche un’altra verità: avete i numeri per essere maggioranza ma non la compattezza per votare i vostri provvedimenti senza ricorrere al voto di fiducia. In campagna elettorale si può dire una cosa in Lombardia e un’altra in Sicilia, una ai lavoratori e un’altra agli imprenditori. Dopo no. Bisogna governare, trovare le soluzioni, fare fatti e non solo propaganda. E voi, certo bravi nella propaganda, alla prova dei fatti, cominciate a dimostrare le vostre non piccole contraddizioni.
Per tutte queste ragioni il Gruppo del Partito Democratico voterà no alla richiesta di fiducia.