“Il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere trasformato e messo al servizio dell'uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita.” E. Berlinguer
Sociale, sanità, cultura, turismo, sono alcune delle esigenze che emergono dagli incontri che l’Amministrazione comunale sta organizzando nelle varie frazioni del comune «ed alle quali cercheremo di dare risposte concrete – afferma il capogruppo di maggioranza Raffaele Parbono – come dimostrano le azioni che abbiamo già avviato».
«Questioni che sono oggetto, in primo luogo, del bilancio di previsione 2010 in discussione, in merito al quale non possiamo nascondere la nostra preoccupazione anche in considerazione di quanto si sta decidendoa livello governativo in materia di Finanziaria. Il nostro Comune vanta una qualità di eccellenza per quello che riguarda i servizi socio-assistenziali e su quelli non abbasseremo la guardia, soprattutto in un momento critico come quello che stiamo vivendo in cui sono aumentate le difficoltà economiche dei nostri cittadini».
Forte l’impegno dell’Amministrazione in tema di sanità «su cui abbiamo intenzione di fare un Consiglio Comunale aperto alla presenza dell’Assessore regionale alla Sanità, Maurizio Rosi, e del direttore generale della Asl2, Giuseppe Legato». «Sul fronte del turismo – spiega Parbono – ci stiamo attivando per azioni che puntino alla qualità e nel rispetto del nostro territorio caratterizzato da luoghi di particolare bellezza naturalistica che intendiamo far scoprire anche attraverso proposte alternative, come i percorsi sentieristici attorno a Città della Pieve, quale il “Percorso delle Fonti” che vogliamo recuperare avvalendoci dello studio di geologi e grazie a bandi ai quali concorreremo con la Comunità Montana. Ma il mantenimento della qualità della vita del nostro territorio passa, prima di tutto, attraverso scelte che toccano temi fondamentali, quali quello relativo alle fonti energetiche. Al riguardo abbiamo deciso di puntare a forme di energia rinnovabili ed abbiamo pubblicato due bandi per realizzare il Parco delle nuove tecnologie nel nostro comune».
Tra le altre attività dell’Amministrazione, Parbono ricorda la revisione dei Piani viari, con l’avvio del progetto approvato dalla scorsa Amministrazione sulla pubblica illuminazione nelle frazioni di Moiano, Po’ Bandino, Ponticelli, dove inizieranno anche i lavori di realizzazione della rotonda già appaltati dalla Provincia. L’apertura dello Sportello del Cittadino; l’accordo con Apm per l’attivazione di tre corse autobus per Perugia con tappa all’ospedale Santa Maria della Misericordia e ritorno, partito lo scorso 30 novembre; i piani d’intervento di messa in sicurezza della scuole, a partire dalla scuola dell’infanzia di Moiano e l’inizio delle attività culturali invernali tra cui la stagione teatrale, i “Venerdì della Biblioteca”, le attività della Libera Università ed il ricco programma natalizio promosso con commercianti e associazioni.
Domenica 20 Dicembre,la delegazione di cittadini di Paganica sono stati ospiti nella città del Perugino dell'Amministrazione Comunale e delle Associazioni di Volontariato Pievesi.Una giornata fredda, ma di grande solidarietà,alle ore 10,30 come previsto è arrivato il pulman della delegazione di Paganica,composto da molti bambini delle scuole, che dopo i saluti del Sindaco Manganello, e degli Amministratori presenti,ci siamo recati presso la Rocca, prima del momento celebrativo della consegna dei fondi raccolti dal Comune e dalle associazioni, ma un passaggio è andato doveroso alla scossa di terremoto che ha ricolpito l'Umbria il 15 Dicembre, e la Sindaco di Mrsciano Todini e ai sui abitanti.La somma raccolta è di 9071,00€ che saranno destinati al centro di primo soccorso di Paganica.La gionata è proseguita con il pranzo presso l'oratorio della Madonna di Fatima assieme al Parroco Don. Aldo, e il pomeriggio si è concluso con la visita della città.Sono stati momenti belli ma anche momenti per capire realmente come stanno i fatti in Abruzzo,certamente i fatti raccontati dai protagonisti del tragico evento, non sono quelli che ci raccontano le Tv e la trasmissione Porta a Porta dove enfatizza il lavoro del governo.Ci è stato detto che mote cose stanno in dietro nella ricostruzione,e molti scempi edilizi si stanno facendo, ma da loro è arrivato anche l'invito ad andare a visitare Paganica, e sicuramente non mancheremmo al loro invito.Per tutto questo lavoro và ringraziata in primo luogo la Protezione Civile di Città della Pieve, che ha dato dimostrazione ancora una volta di saper operare e coniugare, l'emergenza dl sisma alla solidarietà.
È un impegno a trecentosessanta gradi quello dell’amministrazione comunale di Città della Pieve per rendere fattiva la crescita della città e del territorio dichiarata nel programma elettorale. A quattro mesi dalle elezioni amministrative, è il Capogruppo di Maggioranza, Raffaele Parbono, a fare il punto sull’inizio della legislatura, sui progetti della nuova Amministrazione, sul proprio impegno personale e sul clima all’interno del nuovo Consiglio Comunale:
Siamo nel segno di una rinnovata amministrazione comunale, dove soltanto pochi consiglieri sono al loro secondo mandato. Lo stesso sindaco Riccardo Manganello, non viene da esperienze amministrative precedenti eccetto quella di Capogruppo di Maggioranza per cinque anni, nella prima legislatura di Claudio Fallarino. Oltre che rinnovata, la nostra Amministrazione Comunale è anche molto giovane. Ci siamo presentati alle elezioni amministrative con una delle liste più giovani dell’Umbria. La stessa giunta è giovane e nuova e certamente durante il cammino saranno fatte quelle esperienze dovute che permetteranno alle persone di crescere per impegnarsi ancora in futuro nello sviluppo di Città della Pieve e del territorio. Per quanto mi riguarda sono al secondo mandato come Capogruppo di Maggioranza. Il mio ruolo l’ho sempre ricoperto con grande impegno e ora con un maggiore bagaglio d’esperienza. I primi cinque anni come Capogruppo sono stati anni belli, di crescita personale e fondamentali per accrescere la mia conoscenza del territorio e della vita burocratica che spesso comporta problematiche non percettibili all’esterno. Continuerò a svolgere il mio compito come ho sempre fatto, a disposizione dei cittadini e delle forze politiche del Centrosinistra pievese. Tengo inoltre a sottolineare la piena sintonia che esiste tra il gruppo consiliare di maggioranza e la giunta. Il confronto tra i consiglieri del centrosinistra e gli assessori è quotidiano e questo ci permette di lavorare al meglio e andare avanti.
Cosa sta facendo la nuova Amministrazione Comunale per Città della Pieve e per il suo territorio?
Il nostro slogan “Cresceremo insieme. Orgogliosi del nostro passato, aperti alle sfide del presente, fiduciosi nel nostro futuro”, racchiude già tutto quello che stiamo facendo e che intendiamo fare per Città della Pieve. I punti del nostro programma elettorale sono stati subito chiari ai cittadini. La garanzia dei diritti primari, la vitalità e lo star bene dei cittadino a Città della Pieve è al centro del nostro impegno politico e amministrativo. Per noi, il sociale riveste un ruolo fondamentale e credo che ciò sia nell’indole delle forze politiche di Centrosinistra. Abbiamo un servizio sociale che sta lavorando a trecentosessanta gradi per dare risposte ai bisogni dei cittadini, anche quelli emergenti nella nostra società quali la perdita occupazionale, problemi familiari e alla persona. Accanto a questo, come specificato nel nostro programma elettorale, stiamo puntando all’utilizzo dell’energia da fonti rinnovabili, lavorando assieme all’assessorato all’Urbanistica guidato da Luca Cesaretti. Miriamo allo sfruttamento dell’energia fotovoltaica. Il Governo nazionale sta tagliando incentivi e sgravi per chi investe sul fotovoltaico, a favore dell’energia nucleare. La scelta del nucleare riteniamo che andasse fatta in passato. Ora occorre guardare avanti pensando alla tutela dell’ambiente e del territorio. Stiamo inoltre lavorando affinchè nasca a Città della Pieve il Parco avanzato delle nuove tecnologie, che sarà fondamentale in una zona di cerniera come la nostra. Sarà corredato anche da un Parco sensoriale con erbe officinali, al quale sta lavorando l’assessorato alla Cultura. Riteniamo inoltre che Città della Pieve, per quella che è la sua cultura, i suoi monumenti, gli ambienti e i palazzi storici, debba diventare un vero centro di formazione. Stiamo riprendendo in mano il progetto del Centro studi del Perugino e crediamo fortemente nella formazione per le imprese, per il polo scolastico pievese e come elemento attrattivo anche dall’esterno. Città della Pieve è zona di cerniera: siamo dentro al comprensorio del Trasimeno ma per il nostro sviluppo guardiamo anche alla vicina Toscana e alle zone limitrofe. Possiamo essere un punto strategico per la regione e per la provincia. Un altro progetto è quello di recuperare l’intero percorso sentieristico attorno a Città della Pieve, attrazione per chi ama vivere l’ambiente, andare a cavallo, in mountain bike o fare trekking. Stiamo inoltre lavorando al nuovo Piano regolatore generale non chiuso nella passata legislatura. Daremo una marcia in più a questo strumento fondamentale per la crescita del territorio, pensando allo sviluppo del centro storico ma anche di tutte le frazioni, cercando di omogeneizzare lo sviluppo territoriale. In Consiglio Comunale sono presenti consiglieri in rappresentanza di tutti i territori comunali e ognuno porterà il proprio contributo. Ripartiremo comunque facendo un giro di tutte le frazioni, verificandone le criticità assieme alla giunta e al gruppo consiliare. Insieme ai cittadini che vi abitano, vogliamo capire quali sono le esigenze, le necessità e che cosa è rimasto indietro in questi anni. Dalla precedente Amministrazione abbiamo ereditato altri progetti importanti che porteremo a compimento, come la conclusione dei parcheggi e la sistemazione del Parco della Rimembranza. Non possiamo poi non parlare di sanità. Regione e Asl2, hanno assicurato che entro il 2010 partiranno i lavori per la nuova struttura unica del Trasimeno. A Città della Pieve c’è qualche criticità da risolvere. È stato avviato il Centro per la cura dei disturbi del comportamento alimentare attualmente attivo in forma ambulatoriale, ma se la Regione autorizza l’assunzione di personale partirebbero subito con i trattamenti residenziali. Lo vogliamo fortemente, il nostro sindaco sta spingendo a tale scopo e come gruppo di Maggioranza stiamo facendo una forte pressione affinchè la Regione autorizzi le l’assunzione di personale specializzato da parte della Asl2.
Quale è dunque il Suo commento sull’avvio di legislatura?
Un avvio di legislatura con un impegno che da qui ai prossimi cinque anni sarà a trecentosessanta gradi e nel segno del cambiamento, inteso non come mancanza di continuità con la passata legislatura, ma come cambiamento della routine politica. Il Centrosinistra di Città della Pieve guarda al futuro, con una nuova classe dirigente. La crescita che auspichiamo, coinvolge i cittadini, gli amministratori, il mondo delle imprese e dell’associazionismo. Saremo quelli che proporranno e accetteranno proposte. Siamo aperti al confronto e al dialogo costruttivo. Non sarà facile, perché come tutti sappiamo le risorse degli enti locali, i più vicini al cittadino e quelli che garantiscono i maggiori servizi, sono sempre meno. Ma faremo anche con quelle poche che abbiamo, mettendole in campo a disposizione di tutti, per far sì che la vivibilità di Città della Pieve non cali e che aumentino i servizi e il benessere del cittadino. Quella che vogliamo è una città attiva, con cittadini partecipi. Dobbiamo dare loro il segnale che sono il vero motore di Città della Pieve e del territorio. Viste le sue caratteristiche e potenzialità, Città della Pieve punterà molto sull’attività turistica, ma ancor prima dei turisti per noi viene il benessere dei cittadini.
Come sono cominciati i rapporti con le forze politiche di opposizione?
Non sono partiti in maniera idilliaca. Come Maggioranza, abbiamo dato tutta la nostra disponibilità per il ragionamento e la costruzione a favore di Città della Pieve. Riteniamo che le Commissioni Consiliari siano un valido strumento per discutere e ragionare. A volte si fa opposizione con la presa di posizione di dover contrastare le proposte della maggioranza. Ritengo che ci si debba confrontare e se vengono fuori progetti comuni, portarli ai cittadini come lavoro dell’intero Consiglio Comunale. Non voglio dire che l’opposizione non debba svolgere il proprio ruolo, così come noi dobbiamo fare le nostre scelte, ma il nostro atteggiamento è teso al ragionamento. Non abbiamo un’opposizione bigotta ma intelligente e spero che stia a questo confronto.
E' veramente un indecenza,quella che il presidente del Consiglio ha fatto dopo la scelta della Corte Costituzionale di bocciare il Lodo Alfano, ha acusato ed offeso l'Italia intera a partire dal Presidente della Repubblica NAPOLITANO, a cui deve andare il massimo rispetto per il ruolo che ricopre e per la figura integerrima della persona. Il suo modo di fare arrogante,presuntuoso e dittatoriale, dimostra veramente il vero volto di coloro che ci governano e che hanno in mano il paese,io da italiano mi sento fortemente offeso dalle parole del Sig. Berlusconi,che invece che accetare la decisione come fanno tutti gli italiani,attacca con modi minacciosi i giudici e le intere forze di Centro Sinistra, a partire dall'On. Rosy BINDI a porta a porta. Credo che l'italia su tutto questo debba dare una forte risposta, con grande orgoglio, e difedere il ruolo del Presidente della Repubblica, della Corte Costituzionale e dell'intera nazione. Rendiamoci conto come è L'Italia, basta vedere soltanto chi ci governa.
VERGOGNA, VERGOGNA, VERGOGNA
R.Parbono (Capogruppo Centro Sinistra Città della Pieve)
Parola d'ordine: dimenticare il passato. Dimenticare le Feste de L'Unità (leggi le Feste Democratiche). Siamo andati a Genova, lo scorso anno eravamo andati a Firenze (luogo della prima festa democratica del Pd) e non abbiamo trovato alcuna traccia delle vecchie ed amate Feste Nazionali de L'Unità. Dura a dirsi, ma questa è la realtà. Delle vecchie feste non vi è assolutamente alcuna traccia, ma non solo del modo, tutto "emiliano" di concepire l'evento che prevedeva l'adunata oceanica per l'intervento finale del segretario del partito, al quale si partecipava con pullman e treni da tutt'Italia, più per esserci che per sapere cosa d'importante veniva detto. A Genova era previsto alle ore 18:00 di ieri, sabato, l'intervento finale di Dario Franceschini, segretario nazionale del Pd. Da Moiano è partito in pullman, con molti volontari della locale festa e simpatizzanti che avevano deciso di aderire alla chiamata, per partecipare all'"evento finale" ma tutto (o quasi) è stato disatteso. Pura verità. Infatti, oltre a valutare che la festa nazionale oggi è poco più che una festa di quartiere, si è avuta la conferma della grande difficoltà e confusione che si vive nel nostro partito. L'intervento finale di Franceschini non c'è stato, anzi sì, c'è stato dopo le numerose proteste e mugugni. Facciamo un pò d'ordine raccontando la semplice cronaca: in mattinata è circolata la voce che Franceschini non avrebbe fatto alcun intervento alla festa. Poi, verso pranzo, al ristorante di pesce, tra i camerieri, con tanto di maglietta bianca della festa, è apparso proprio lui, Dario Franceschini che vassoio alla mano, serviva a tavola. Sembrava tutto finto, alcuni dicevano che era tutto studiato per riscuotere il favore di quelli che avrebbero dovuto dire... "un segretario come noi". Foto e strette di mano di circostanza. Tutto vero. Ma vera era anche la notizia che annullava il suo intervento previsto da programma presso la sala "Guiido Rossa" nel tardo pomeriggio. Ufficialmente l'intervento è stato annullato per volontà dello stesso Franceschini per non eseguire un secondo intervento alla festa (il primo già fatto la scorsa settimana) per non approfittare del fatto che il segretario in carica intervenga sia in qualità di segretario che di candidato alla segreteria la congresso di ottobre; par condicio rispettata. Che scenetta! Che brutti momenti! La gente è smarrita, confusa non sa a chi credere, qualcuno dice che è già colpa di D'Alema, altri usano parole pesanti che non ripetiamo. Per restare alla cronaca, dobbiamo registrare il fatto che verso le 19, con la sala piena, in molti hanno iniziato a "rumoreggiare" in modo deciso al punto che lo stesso Franceschini, ancora in zona abbia deciso di metterci una "toppa" salendo sul palco e sottoponendosi ad una sorta di ammissione di colpa, mettendoci la faccia, sulla decisione di un precedente annullamento dell'iniziativa oltre il tempo massimo ed un cattivo uso della comunicazione. In pratica vendo a dire che il Pd ha sbagliato a non fare in tempo un comunicato stampa di annullamento dell'iniziativa, ma per rispetto della "par condicio congressuale" il suo intervento si sarebbe svolto solo su temi di carattere generale per non deludere i molti intervenuti. Cosa possono aver pensato i molti presenti? Usiamo un eufemismo: con tutti i pesci dell'acquario (a Genova l'acquario è vicinissimo alla festa), il Pd non sa proprio quale "pesce" prendere. Ma attenzione, il pesce, dopo poco "puzza" e non vorremmo buttare via tutto, insieme alle speranze della nostra gente che come gli italiani, non meritano tutto questo.
SINDACO - ASSESSORI - CONSIGLIERI "ecco le indennità"
Ormai da tempo si parla sempre più dei costi della politica italiana, che gravano sugli enti di 1° e 2° livello, e questo sta avvenendo anche a Città della Pieve, per voce del capogruppo di minoranza, Lorenzo Berna. Proprio per questo crediamo che i cittadini debbano conoscere realmente come stanno le cose, senza strumentalizzazioni, ovverosia quanto gli amministratori percepiscono per l’incarico che ricoprono negli enti locali, affinché debbano e possano saper valutare dove sono i veri costi della politica. A Città della Pieve gli amministratori per l’anno 2008 hanno percepito le seguenti indennità, tra Sindaco, Assessori e Consiglieri 56.307,96 € annui. Il Sindaco percepisce un’indennità lorda mensile di 1.317,74€, Il Vice Sindaco percepisce un’indennità lorda mensile di 511,29 €, gli Assessori percepiscono un’indennità lorda mensile di 460,16 €, mentre ai Consiglieri spetta un gettone lordo di 17,08 € a presenza. In merito a questo va precisato che i compensi percepiti dai nostri amministratori stanno al di sotto delle aliquote stabilite dal Testo Unico degli Enti locali e che la norma prevede per agli Assessori liberi professionisti, il doppio rispetto a quello che percepiscono. Da ciò risulta evidente che il gruppo Centro Sinistra non svolge il proprio ruolo, per speculare o lucrare sulle indennità degli incarichi pubblici, ma lo fa come passione e servizio per la nostra città e per i suoi cittadini. Sappiamo bene che in Italia la politica costa e non poco, ma credo che riflessioni di questo genere vadano fatte in altri livelli ed in altri enti, come ho già detto in sede di Consiglio Comunale. Per quanto riguarda le spese dei Gruppi Consiliari, in particolare del Gruppo di maggioranza che io rappresento, vorrei ricordare al Consigliere Berna, che è verificabile dai bilanci che sia negli anni precedenti che nel bilancio di previsione, i fondi stanziati per il gruppo sono di 0 €, e rispetto all’ufficio di segreteria, a cui si riferisce propagandando senza alcun senso, sul ruolo della segretaria, deve sapere che quella figura è parte dello staff politico del Sindaco e della Giunta, ufficio espressamente previsto dall’art. 90 del Testo Unico. Non capisco perciò dove la minoranza possa far risparmiare il Comune in questo senso visto che non è previsto un loro staff di segreteria. Ritengo che sia fondamentale avere conoscenza della realtà delle cose e fare meno demagogia e propaganda populistica, perché come ben si sa tutti gli atti in materia sono pubblici ed ogni cittadino può tranquillamente averne visione. Noi governiamo Città della Pieve perché crediamo nella sua crescita e nel suo sviluppo e non per speculare, anche perché è sotto gli occhi di tutti che nessun amministratore anche in passato si è arricchito con le indennità percepite.
Città della Pieve 11-08-09 IL CAPOGRUPPO ( Raffaele Parbono)
Caro direttore, le cronache di questi giorni raccontano di un paese che non reagisce ai gravi comportamenti del presidente del Consiglio. Non esiste nessun paese al mondo che tolleri le menzogne dei propri governanti.
Siamo un caso unico. Sono state davvero poche le voci che hanno cercato di non far passare il tempo per evitare che l'assuefazione addormenti la coscienza pubblica.
Sì, in questo momento noi crediamo che occorra uno scatto d'orgoglio di tutti gli italiani che pensano che la menzogna sia un danno al paese e alla sua credibilità. Se Berlusconi sia un santo o no interessa davvero poco. Qui si parla di una questione politica e le domande che emergono impongono risposte non equivoche. Si può impunemente mentire al paese? Si è messa a rischio la sicurezza nazionale? Quanto si sono sovrapposti gli interessi privati alle funzioni pubbliche? Le questioni sono decisive. Riguardano la credibilità delle istituzioni e l'autorevolezza della classe dirigente.
Non è superfluo ricordare quanto impone l'articolo 54 della nostra Costituzione: "I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore". Quello che emerge dalle inchieste giudiziarie non può essere considerato il fatto personale di un "utilizzatore finale". Coinvolge tutti e non può essere accantonato dalla politica. Soprattutto dal Partito Democratico.
Ecco perché invitiamo il nostro partito a utilizzare le sue feste e le sue iniziative per rilanciare nel paese una profonda riflessione sui danni che sta provocando il Presidente del Consiglio. In questo momento tutti coloro che vogliono bene al nostro paese, in qualsiasi formazione militino, devono trovare il coraggio di non girarsi dall'altra parte.
Rita Borsellino Gianrico Carofiglio Sergio Cofferati David Sassòli Debora Serracchiani Luigi Zanda (24 luglio 2009
In Umbria il risultato dei ballottaggi pare confutare una regola matematica elementare. Si tratta della funzione inversamente proporzionale, ovvero: più è alto il livello di conflittualità interna al Pd, minori sono le possibilità di vittoria per il centro sinistra. Se poi all'insostenibile livello di litigiosità dei democratici, si aggiungono candidature non proprio fresche e forse anche poco rappresentative delle istanze di rinnovamento, si rischia di impattare la partita. Ma soprattutto, se a ciò si contrappone un centro destra unito, determinato e perfino apparentemente credibile, per la scelta degli uomini e delle alleanze, il risultato elettorale anche nell'Umbria "ex cuore rosso d'Italia", può riservare amare sorprese per il centro sinistra. In certi casi gli elettori hanno esplicitamente detto che la misura è davvero colma. I casi paradigmatici di Orvieto, Gualdo Tadino e Bastia Umbra stanno a dimostrate che le strumentalizzazioni care alla vecchia politica, le mediazioni al ribasso oltre che i personalismi esasperati sono divenuti elementi intollerabili. Intollerabili, punto e basta. Valori come la coerenza, il buon senso, lo spirito di corpo, vengono accantonati in ragione di una rappresentatività che è sempre più spesso mero protagonismo individuale o, ancor peggio, correntizio. Basterebbe fermarsi un attimo ad ascoltare quella che una volta veniva chiamata la "base del partito" per capire che i sentimenti più diffusi sono la disillusione, la ribellione e il disincanto. Aver tradito nei fatti la fiducia di quanti speravano davvero in una nuova stagione è la responsabilità più grande ascrivibile alla maggioranza del gruppo dirigente piddino. Dov'è il partito delle persone, che premia il merito, che favorisce il ricambio generazionale, che rifugge dalla tentazione della cooptazione, che agevola i processi di inclusione e che pratica realmente il valore della democrazia, tanto da averci mutuato perfino il proprio nome? All'apertura del prossimo congresso un personaggio come Garibaldi avrebbe da dire: "fatto il Partito Democratico, bisogna fare i democratici.. perché, o si fa davvero il PD o si muore". Questo è ciò che chiedono gli elettori.
Bisogna lasciare il passo alle nuove generazioni: anche perché se non glielo lasci se lo prendono comunque.
Luciano Lama ha militato nella Cgil per 42 anni ricoprendo la carica di Segretario Generale per 16 anni, dal 1970 all'86.
Luciano Lama nasce il 14 ottobre del 1921 a Gambettola, in provincia di Forlì, e nel '43 completa gli studi universitari laureandosi, a Firenze, in scienze sociali con Piero Calamandrei. Combatte i nazifascisti prima in Romagna, nell'ottava Brigata Garibaldi, e poi come Capo di Stato Maggiore del ventinovesimo Gap. Nel settembre 1944 è alla testa dei partigiani che liberano Forlì dall'occupazione tedesca e fascista. Nello stesso anno, a 23 anni, viene nominato Segretario della ricostituita Camera del Lavoro Unitaria Provinciale di Forlì sotto l'egida del Comitato di Liberazione Nazionale, dove sono presenti i rappresentanti di tutti i partiti democratici, comunisti, socialisti, democristiani, azionisti, socialdemocratici e repubblicani.
Nel '46 si iscrive al Partito Comunista Italiano e l'anno successivo, al primo congresso nazionale della Cgil, viene eletto Vicesegretario. Incarico riconfermato nel '49, al secondo congresso, tenutosi un anno dopo la scissione sindacale. Nel '47 è uno dei 7 vicesegretari del leader storico del sindacato di Corso d'Italia, Giuseppe Di Vittorio, che individua nel giovane romagnolo il proprio pupillo e futuro erede. Nel 1952 diviene Segretario Generale della Federazione Lavoratori chimici, e nel '57 Responsabile della Fiom.
Nel '58 viene eletto deputato nelle liste del Pci, carica in cui viene riconfermato nelle elezioni del '63 e del '68. In questa veste entra anche a far parte della Commissione parlamentare sui problemi del lavoro.
Nel '62 entra a far parte della Segreteria della Cgil nazionale, con il compito di seguire il settore contratti e vertenze. Viene riconfermato segretario confederale dal Vl° e dal Vll° congresso della Cgil. Nel 1969 in nome dell'incompatibilità tra la carica parlamentare e l'azione sindacale, decisa in sede congressuale, presenta le dimissioni dal Parlamento, dalla Direzione e dal Comitato Centrale del Pci.
La distensione internazionale e l'apertura a sinistra iniziata da Fanfani e Moro dopo i tragici giorni del giugno e luglio 1960 (governo Tambroni - morti e feriti in varie città d'Italia) contribuirà a migliorare il clima anche all'interno del sindacato: le tre organizzazioni, Cgil, Cisl e Uil, cominceranno a dialogare fra di loro ed ad agire in un'ottica unitaria. I primi sintomi di questo new deal tra i sindacati cominciano nelle associazioni di categoria dei metalmeccanici (Fiom di cui Lama è leader, Fim, Uilm) per poi estendersi a tutto il sindacato.
Nel 1970 succede ad Agostino Novella (divenuto segretario Cgil dopo l'improvvisa morte di Giuseppe Di Vittorio, “caduto sul lavoro” durante un comizio) come Segretario Generale della Cgil. Verrà poi riconfermato all'Vlll°, al lX° e al X° congresso del maggior sindacato italiano.
La linea della Cgil, illustrata nella relazione di apertura all'ottavo congresso, traccia una svolta nella strategia della confederazione, ponendo al centro l'occupazione, il Mezzogiorno e l'uso delle risorse. Strategia che, riconfermata e precisata dal nono congresso, fa da supporto alla scelta della Federazione Unitaria Cgil, Cisl, Uil, di cui Lama, dal 1972 al 1984 (anno di scioglimento della Federazione) diviene Segretario Generale, insieme a Bruno Storti e a Raffaele Vanni.
Gli anni '70 sono dunque gli anni della Federazione Unitaria (il 24 luglio 1972 si arriva al patto federativo tra Cgil, Cisl e Uil, faticosamente raggiunto grazie all'opera di uomini come Lama) e dell'affermazione del ruolo politico e sociale del sindacato.
Sono anche gli anni della trasformazione tecnologica della nostra industria, dell'esplodere della disoccupazione come problema drammatico, non soltanto al Sud.
E, infine, gli anni del terrorismo, che culminerà nel 1978 con il rapimento e l'assassinio di Aldo Moro e, nel '79 (era il 24 gennaio) con l'uccisione a Genova di Guido Rossa, l'operaio sindacalista assassinato dalle Brigate Rosse; il Paese rispose con una massa imponente di cittadini (250.000 persone) che seguirono il funerale del sindacalista. Anche all'indomani della strage di Via Fani Lama e il sindacato furono in prima linea nella difesa dello stato: è impossibile non ricordare la grande manifestazione unitaria organizzata da Cgil, Cisl, Uil, a Roma, in piazza San Giovanni, in cui si invitavano i lavoratori alla vigilanza democratica nei luoghi di lavoro e a denunciare ogni illegalità. I sindacati sono in prima linea nella difesa della democrazia repubblicana a Brescia, a Milano, città martirizzate dalle note stragi e a Reggio Calabria contro le violenze separatiste della rivolta fascista dei Boia chi molla!.
Lama si impegnerà anche personalmente per contrastare il terrorismo, esponendosi a dure contestazioni, come quella del 17 febbraio 1977 all'Università di Roma. Incidenti e tumulti furono organizzati da chi non voleva che l'uomo del sindacato parlasse ai giovani e agli studenti per indicare loro la via unitaria e democratica per il progresso civile del nostro paese.
La nuova visione del sindacato che Lama mette in campo è a favore di un modello sociale con un forte welfare state, ma non assistenzialista: sogna una società in cui prevalgano i diritti ed i doveri dei cittadini e dei lavoratori e non i favori per clienti e amici. Molti anni prima di Tangentopoli e delle doverose indagini della magistratura, uomini come Lama (è dei primi anni '80 la sua famosa intervista a Eugenio Scalfari relativa alla “questione morale”) denunciavano, inascoltati e beffeggiati da buona parte della classe politica, imprenditoriale, degli opinion makers e anche del corpo elettorale, le disfunzioni e le corruzioni che avvenivano in Italia, piaghe profonde nella nostra società che avrebbero potuto, come poi è avvenuto, minare le stesse radici della nostra democrazia.
Nel 1975 Lama firma con il presidente della Confindustria Gianni Agnelli l'accordo sul punto unico di contingenza della scala mobile.
Gli anni '80, infine, sono gli ultimi anni di impegno sindacale di Luciano Lama, ma anche fra i più travagliati. Il conflitto si acuisce nell'autunno del 1980 con la vertenza Fiat, la minaccia dei 14 mila licenziamenti e la 'marcia dei quarantamila'. La rottura della solidarietà nel mondo del lavoro, la lotta alla disoccupazione, la revisione di un meccanismo di scala mobile - fattore di inflazione e di appiattimento - sono i temi che Lama si trova ad affrontare. E lo fa con coraggio, senza temere di apparire impopolare. Ma l'intesa del gennaio '82, che modifica la copertura della contingenza regge solo per due anni. Il leader della Cgil non riesce ad evitare la rottura con Cisl e Uil e con i socialisti del suo sindacato, e soprattutto la prova del referendum. L'unità sembra solo un lontano ricordo, ma Lama nei due anni che lo separano dalla scadenza del suo mandato e dall'uscita del sindacato, riuscirà a ricompattare la Cgil. Negli anni '80 terminava l'emergenza terrorismo e anche l'azione unitaria del sindacato (riprenderà negli anni '90, con la concertazione, il risanamento e la sfida dell'Europa) subiva una grave rottura: nel 1984 l'allora presidente del Consiglio dei Ministri, Bettino Craxi, decideva di tagliare per decreto (decreto di San Valentino) 4 punti di scala mobile. Il Pci si oppose duramente e arrivò a promuovere un referendum per abrogare tale misura di legge. La consultazione si tenne l'anno successivo, e la maggioranza degli Italiani votò contro l'abrogazione del taglio e a favore del mantenimento del decreto.
Nel 1986 Lama lascia il sindacato e torna alla politica. L'anno successivo ricopre - fino al 1992 - l'importante incarico di Vicepresidente del Senato. La sua attività di parlamentare lo porta, ancora una volta, ad interessarsi dei problemi del lavoro, come membro della Commissione permanente Lavoro e Previdenza Sociale e poi come presidente di una commissione di inchiesta sulle condizioni di lavoro nelle fabbriche italiane. Dal 1994 non si ripresenta più al corpo elettorale.
Infine, la scelta di abbandonare Roma e di ritirarsi ad Amelia, ma senza abbandonare la politica. Nella cittadina umbra l'ex leader della Cgil, viene eletto Sindaco, compito che svolge fino a quando la malattia, nel 1996, lo costringe a rassegnare le dimissioni.
Venerdì 31 maggio 1996, a poche settimane dalla vittoria, per la prima volta, del centrosinistra alle elezioni legislative tenutesi il 21 aprile, Luciano Lama muore nella sua abitazione romana.
Il 3 giugno del '96 riceve l'addio dalla sua piazza, quella stessa piazza San Giovanni in cui parlò per l'ultima volta (il 24 marzo del 1984).
IL CAPOGRUPPO CONSILIARE PORTA IL SALUTO ALLE LAVORATRICI ED AI LAVORATORI
Care lavoratrici, cari lavoratori, cittadini, vi porto oggi nella giornata del 1° Maggio il saluto dell’amministrazione Comunale di Città della Pieve e del Sindaco Claudio Fallarino, che sta aprendo il comizio in P.zza Matteotti a Citta della Pieve. Il 1° Maggio nasce come momento di lotta internazionale di tutti i lavoratori, senza barriere geografiche, né tanto meno sociali, per affermare i propri diritti, per raggiungere obiettivi, per migliorare la propria condizione."Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire" fu la parola d'ordine, coniata in Australia nel 1855, e condivisa da gran parte del movimento sindacale organizzato del primo Novecento. Si aprì così la strada a rivendicazioni generali e alla ricerca di un giorno, il primo Maggio, appunto, in cui tutti i lavoratori potessero incontrarsi per esercitare una forma di lotta e per affermare la propria autonomia e indipendenza.La storia del primo Maggio rappresenta, oggi, il segno delle trasformazioni che hanno caratterizzato i flussi politici e sociali all'interno del movimento operaio dalla fine del secolo scorso in poi. Ma il 1° Maggio è segnato anche da una pagina sanguinosa scritta nel 1947 a Portella della Ginestra, dove circa duemila persone del movimento contadino si erano date appuntamento per festeggiare la fine della dittatura e il ripristino delle libertà, mentre cadevano i secolari privilegi di pochi, dopo anni di sottomissione a un potere feudale. La banda Giuliano fece fuoco tra la folla, provocando undici morti e oltre cinquanta feriti. La Cgil proclamò lo sciopero generale e puntò il dito contro "la volontà dei latifondisti siciliani di soffocare nel sangue le organizzazioni dei lavoratori".
Le profonde trasformazioni sociali, il mutamento delle abitudini, la progressiva omogeneizzazione hanno profondamente cambiato il significato di una ricorrenza che aveva sempre esaltato la distinzione della classe operaia. Il modo di celebrare il 1 maggio è quindi cambiato nel corso degli anni. Da diversi anni Cgil, Cisl, Uil hanno scelto di celebrare la giornata del 1 Maggio promuovendo una manifestazione nazionale dedicata ad uno specifico tema. Il tema di questo anno è IL LAVORO CHE UNISCE sulla (legalità, dignità, sicurezza, ambiente e solidarietà) PER USCIRE DALLA CRISI. E le segreterie nazionale di CGIL-CISL-UIL a seguito del tragico evento sismico registratosi nella provincia de L’Aquila, e nell’intento di esprimere una presenza tangibile e un forte messaggio di solidarietà alle popolazioni colpite, hanno deciso di svolgere la manifestazione a L’Aquila. Tale decisione ha anche lo scopo di assicurare da parte delle forze Sindacali, Istituzionali e Politiche, l’impegno per una ricostruzione in grado di garantire sicurezza, lavoro e sviluppo. Il Primo Maggio quest'anno ha un valore particolare. Il diritto al Lavoro, sancito dalla nostra Costituzione, è messo in discussione da una crisi economica e sociale senza precedenti. Nelle fabbriche, nelle piccole aziende artigiane e commerciali, nel terziario in tanti oggi temono di perdere la sicurezza del posto di lavoro. Per noi il Primo Maggio è dunque l'occasione per essere vicini alle donne che faticano ad entrare e restare nel mercato del lavoro, ai lavoratori precari che di fronte alla crisi sono senza protezione sociale, ai giovani che, specie al Sud, non hanno opportunità, ai tanti che - lavoratori dipendenti o autonomi - con il loro saper fare e la loro operosità hanno fatto crescere questo Paese. Difendere il lavoro e la sua dignità per il PD significa anche battersi contro il tentativo del Governo di stravolgere le norme sulla sicurezza, che comporterebbero l'impunità per chi mette a rischio la vita e la salute dei lavoratori. Molto di più bisogna fare per la sicurezza e lo sviluppo sui posti di lavoro e molto di più si può fare. E credo che da questa giornata si debba ripartire verso una giusta direzione, dalle imprese, dagli operai, dalle forze Sindacali e Politiche e dalle Istituzioni, perché il lavoro è un diritto è un dovere ma la vita dei lavoratori è molto più importante. Buon Primo Maggio, dunque, a tutti e a tutte, nel segno della giustizia sociale e della solidarietà!
Guardiamo al futuro forti dell'esperienza passata.
«La crisi mondiale sta comportando un impoverimento generale, reso ancora più forte dai tagli operati del Governo centrale che rischiano di ingessare l’erogazione dei servizi comunali ai cittadini; ciò non ostante, con il Bilancio appena approvato, porteremo ad attuazione gli impegni assunti con l’elettorato pievese nel 2004, andando in certi casi anche oltre quanto preventivato».
A chiusura di questa legislatura il Capogruppo di maggioranza in Consiglio Comunale Raffaele Parbono non risparmia critiche nei confronti delle politiche nazionali che, hanno messo a dura prova la capacità degli Enti locali di tener fede agli impegni presi. «I tagli – sono le sue parole – si abbattono sempre sul sistema degli Enti locali, senza creare le condizioni necessarie per l’introduzione di un vero e proprio Federalismo Fiscale. Vedi ad esempio la cancellazione dell’Ici sulla prima casa, che più che essere una legge federalista si configura come un provvedimento a conferma della centralità dello Stato. Credo che più che lavorare sul Federalismo fiscale sia necessario rendere il nostro Stato un paese federato con il Governo Europeo».
Tuttavia, Parbono, lo scorso 23 febbraio il Consiglio comunale di Città della Pieve ha dato il suo ok alla “manovra finanziaria” per il 2009...
«Il nostro Bilancio di previsione è stato chiuso grazie all’alienazione dei beni di proprietà del Comune. In questo modo abbiamo potuto lasciare inalterate tasse e tariffe e garantire la realizzazione delle opere messe in cantiere.
In che modo la crisi economica ha fatto sentire i suoi effetti sul territorio?
«Credo che su questo fronte gli effetti debbano ancora manifestarsi pienamente. In particolare per quanto riguarda la crisi occupazionale, dovremo individuare delle forme di innovazione per dare garanzie di lavoro alle generazioni future e impedire che queste siano costrette ad abbandonare il territorio. Sarà necessario lavorare in sinergia con le Istituzioni regionali per attuare politiche del credito in grado di supportare le fasce sociali più deboli.
Ci sono dei progetti che non riusciranno a vedere la luce entro la fine della legislatura e che consegnerete ai vostri successori?
«Sì, come ad esempio i lavori per la nuova sistemazione dell’area di Sant’Agostino, oppure gli interventi da realizzare lungo Viale Icilio Vanni e la zonacomprendente la Pineta de L’Unità e il Parco della Rimembranza.
E’ il momento di gettare uno sguardo ai movimenti politici e partitici in vista delle future consultazioni elettorali: cosa mi dice al riguardo?
«Naturalmente siamo al lavoro...Come intera coalizione di Centrosinistra vogliamo guardare al futuro, forti della positiva esperienza vissuta in questi cinque anni. Questo coalizione ha agito per la crescita e lo sviluppo della città, a partire dalle attività culturali, sociali e opere pubbliche, senza tener conto dei mutamenti dello scenario politico a livello nazionale. E ciò è stato reso possibile grazie alla presenza di persone pienamente consapevoli del proprio ruolo, che hanno agito con l’obiettivo di migliorare la città, i servizi ai cittadini ed il grado di vivibilità. E’ da questa esperienza che bisogna ripartire, spinti comunque dal desiderio di innovare. Quello che mi sento di suggerire ai futuri amministratori pievesi è di non perdere di vista l’importanza del ruolo dell’area vasta in cui ci siamo mossi fino ad oggi, perchè Città della Pieve non è affatto una zona marginale, ma luogo di cerniera e di interscambio con Regioni e Comuni limitrofi. Parlando in senso strettamente politico, le nostre scelte per il futuro stanno andando nella direzione della continuità, della crescita, dell’innovazione e della riscoperta delle peculiarità e tradizioni del nostro territorio ». w
Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,i capelli diventano bianchi,i giorni si trasformano in anni….Però ciò che è importante non cambia;la tua forza e la tua convinzione non hanno età.Il tuo spirito è a colla di qualsiasi tela di ragno.Dietro ogni linea di arrivo c`e` una linea di partenza.Dietro ogni successo c`e` un’altra delusione.Fino a quando sei viva, sentiti viva.Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.Non vivere di foto ingiallite…insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c`e` in te.Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.Quando non potrai camminare veloce, cammina.Quando non potrai camminare, usa il bastone.Però non trattenerti mai!!!Madre Teresa di Calcutta
Sono inaccettabili certe affermazioni espesse da esponenti della maggioranza di governo nei confronti del capo dello stato, a partire dal Sen. Gasparri e dal Sen. Quaiariello, non usano più rispetto, ma con fare arrogante e prepotente attaccano e accusano senza nessuna cognizione il Presidente della Repubblica. E' veramente ignobile un atteggiamento del genere espresso in un aula parlamentare, e tutto questo è dato dagli atteggiamenti che il Presidente del Consiglio dei Minisri ha usato nell'ultima settimana. Noi Democratici difendiamo la costituzione, e il ruolo garante del Presidente della Repubblica Giorgio NAPOLITANO, e lo faremo in tutte le sue forme e a tutti i livelli politici e istituzionali, perchè la nostra costituzione non è soltanto un quadro da tenere appeso ma va rispettata e non violata.
Raffaele Parbono (Capogruppo Centro-Sinistra per Città della Pieve)